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Saldi estivi, “il caldo spinge le vendite, ma le famiglie toscane restano caute”

Il presidente regionale di Federazione Italia Moda-Confcommercio Paolo Mantovani: “la gente ha ripreso la vita di prima della pandemia, tra socialità ed eventi, e ha voglia di rinnovare look e armadio. Ma il caro bollette e il timore di ulteriori aumenti potrebbero bloccare qualcuno. La moda è uno dei pochi settori che ha cercato di mantenere fermi i prezzi, nonostante tutto”. Sei su dieci le famiglie della provincia di Arezzo che destineranno agli acquisti in saldo un budget di circa 186 euro ciascuna (più alto dell’estate 2021, quando era di 180 euro, ma ancora lontano dalle 230 euro del 2019), per un volume d’affari complessivo di oltre 16 milioni di euro


“Abbiamo buone attese per i saldi estivi: il caldo di questi giorni e il ritorno alla normalità pre-pandemia dovrebbero spingere in alto gli acquisti. Ma pesa l’incognita sulla propensione di spesa delle famiglie, spaventate dal caro-bollette e dallo spettro di nuovi aumenti delle materie prime in autunno”. Paolo Mantovani, presidente regionale di Federazione Moda Italia -Confcommercio Toscana, prova a delineare una previsione sull’andamento delle vendite di fine stagione dell’estate 2022, che in tutta la Toscana inizieranno sabato 2 luglio.

“La partenza di sabato vedrà uno sprint soprattutto nelle località di mare, nelle città dell’entroterra come Arezzo sarà invece la presenza di turisti a fare la differenza”, prosegue il presidente dei dettaglianti toscani di abbigliamento e calzature, che è anche presidente provinciale aretino della categoria. “Lo scontrino medio sarà forse un po’ più alto dello scorso anno, quando è stato di 180 euro a famiglia (78 a persona) perché si sono moltiplicate le occasioni di incontro e di socialità che invitano a rinnovare il proprio guardaroba. Resteremo però ancora lontani dalle 230 euro a famiglia dell’estate 2019, l’ultima pre-pandemia.

L’ipotesi dell’ufficio studi di Confcommercio per la provincia di Arezzo è di 186 euro a famiglia, per un volume d’affari complessivo di oltre 16 milioni di euro, visto che solo sei famiglie su dieci acquisteranno in saldo. A questo dato, andrà poi aggiunta la spesa dei turisti. “Nelle città d’arte molti confidano proprio sul ritorno dei turisti, stranieri soprattutto, che volentieri acquistano scarpe, abiti e borse made in Italy”, ricorda Mantovani, “in Toscana mancheranno ancora i top spender russi e cinesi, ma la quantità di presenze americane ed europee fa ugualmente ben sperare”.

Confcommercio Toscana invita però alla cautela: “le tensioni internazionali, con la guerra in Ucraina ancora in corso, unite alla preoccupazione per ulteriori rincari rischiano di frenare lo shopping in saldo”, sottolinea Mantovani, che da poco è stato eletto anche vicepresidente nazionale della Federazione Moda Italia di Confcommercio. “La moda viene già da anni difficili, segnati dal calo dei consumi, e nonostante tutto è uno dei pochi settori dove in questi mesi non ci sono stati aumenti. I commercianti hanno cercato di reggere botta senza ritoccare i cartellini, per non fiaccare troppo il mercato, ma ovviamente hanno visto scendere i loro ricavi. E i saldi da soli non possono fare miracoli per ripianare i bilanci”.

“Per fortuna – aggiunge - negli ultimi appuntamenti della moda, non ultimo Pitti Immagine Uomo a Firenze, si è respirato un clima più disteso. Il comparto ce la sta mettendo tutta per superare le difficoltà ed essere propositivo. Si vede anche dalle collezioni presentate: vincono originalità, colore e praticità. L’obiettivo è coniugare lo stile con le esigenze della vita di tutti i giorni”.

Le vendite di fine stagione, che dureranno 60 giorni, in provincia di Arezzo interessano circa 800 imprese commerciali di abbigliamento, tessuti, calzature, pelletteria e articoli sportivi in sede fissa e ambulante. Potranno essere messi in saldo tutti i capi a carattere stagionale o di moda, suscettibili di deprezzamento. Come sempre, Confcommercio Toscana ha ricordato ai propri associati le principali regole da rispettare:

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

  2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

  3. Pagamenti: devono essere accettate le carte di credito.

  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

  5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita e lo sconto (non è più obbligatorio indicare il prezzo finale in base al Codice del Commercio della Regione Toscana).

  6. Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.

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