"Toscana e Firenze, capitali dell'enogastronomia"





















Si è conclusa domenica 3 aprile a Firenze, con l’inaugurazione della mostra “Appunti di stile dell’Italia a Tavola” nel museo Bardini, l’ottava edizione del Premio "Italia a tavola", che ha raccolto nel capoluogo toscano il gotha della ristorazione italiana per una due giorni di eventi dedicati alle eccellenze dell’ospitalità. Un fil rouge che partendo dalla cucina e dalla tavola ha coinvolto arte, moda e turismo come motori fondamentali dell’economia nazionale.


L’iniziativa, che l’edizione di quest’anno ha consacrato come l’evento per eccellenza del settore enogastronomico in Italia, è stata organizzata con il patrocinio del Comune di Firenze dal network Italia a Tavola insieme a Confcommercio Toscana, Fipe (Federazione italiana Pubblici Esercizi) ed Ebtt (Ente Bilaterale del Turismo Toscano).


E parte proprio da Confcommercio e da Fipe Toscana l’idea di puntare sulla manifestazione per lanciare l’immagine di Firenze come capitale italiana dell’enogastronomia e dell’arte raffinata dell’accoglienza. Se dunque Roma è capitale politica e amministrativa del Paese e Milano lo è della moda, la città toscana può aspirare a buon diritto a diventare punto di convergenza e modello di riferimento per quanti fanno dello stile italiano a tavola, e non solo, un fatto culturale ed un business di primaria importanza.


Ne è convinto Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio Toscana, che in occasione di Italia a Tavola ha ricevuto a sorpresa dalle mani del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani il Pegaso d’Argento per il suo impegno nella valorizzazione dell’enogastronomia: “con il Premio Italia a Tavola vogliamo fondare un nuovo Rinascimento per l’enogastronomia e il turismo italiano e Firenze ci sembra il luogo ideale da dove ripartire. Come al tempo dei Medici, siamo riusciti a mobilitare qui i migliori professionisti e imprenditori del settore per questi “stati generali dell’enogastronomia italiana”. Un momento importante per riconoscersi un valore, ma anche per mettersi in discussione, confrontarsi e soprattutto condividere sogni. Se vogliamo uscire dai meccanismi dell’omologazione, a cui a volte le logiche economiche europee sembrano costringerci, dobbiamo ispirarci ai veri talenti della ristorazione puntando alla bellezza, all’eleganza insomma a quella ricerca di perfezione che è poi l’humus culturale e storico di Firenze. E dobbiamo farlo rimettendo al centro l’uomo e il saper fare, come era nei sogni dei grandi Umanisti”.


“Il cibo resta una delle attrazioni più forti per i turisti che arrivano in Italia da tutto il mondo; nella lista delle loro valutazioni, spesso ristoranti e pasticcerie compaiono prima di musei e spiagge”, fa notare la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini, “partendo dalla tavola, possiamo quindi mettere in rete tutte le nostre eccellenze per costruire una filiera dell’Italian style che dia al turismo l’impulso a crescere in termini di occupazione e ricchezza prodotta. Lo abbiamo sottolineato anche davanti al ministro Franceschini, che ha definito il suo come il “ministero economico” più importante del paese”.


Firenze in questi giorni ha prestato al Premio Italia a Tavola alcuni dei suoi luoghi più suggestivi: dal Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, in cui si è svolto il talk show alla presenza del ministro Dario Franceschini, a Palazzo Borghese che ha ospitato la cena di gala, fino alle splendide sale del museo Bardini, dove le opere raccolte dall’antiquario fiorentino fino al 30 maggio faranno da cornice alla mostra di tavole imbandite curata dalla presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e da Anna Maria Tossani.


Tra gli chef d’eccezione, tristellati, premiati da “Italia a Tavola” c’erano Francesco Cerea (ristorante da Vittorio), Niko Romito (ristorante Reale) e Rosario Scarpato (ItChefs), poi Annie Féolde, titolare del ristorante enoteca Pinchiorri, premiata con il Pegaso d’Argento dal presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. “In Italia abbiamo diversi tipi di cucina - ha sottolineato Annie Fèolde - ricette diverse in ogni regione. E questa è una grande fortuna, ma dobbiamo imparare ad utilizzarla meglio. Io nel mio piccolo cerco di diffondere la cultura della cucina italiana all’estero, nei miei viaggi all’estero parlo delle tradizioni italiane e del modo di fare italiano, dello stile che ci contraddistingue. Abbiamo tutto quello che serve per avere successo, dovremmo imparare a sfruttare i nostri punti di forza”. Ed è proprio quello che cerca di fare il Premio Italia a Tavola, accendendo i riflettori sul mondo della ristorazione e dell’ospitalità come motore concreto di sviluppo per il Paese.













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