Un contributo a fondo perduto, fino ad un massimo di 1.500 euro, per le imprese femminili che durante la pandemia abbiano attivato processi di riorganizzazione, di conversione e d’innovazione, garantendo in questo modo sviluppo e competitività.
Lo mettono a disposizione attraverso il bando “Smart Up” la Camera di Commercio di Arezzo – Siena ed il suo Comitato per l’Imprenditoria Femminile, coordinato attualmente dalla presidente di Terziario Donna Confcommercio Arezzo Sonia Dalla Ragione.
Il bando prevede il rimborso parziale (fino al 70% e, comunque, per un massimo di € 1.500,00 per domanda) delle spese sostenute per la riorganizzazione, la reinvenzione, la conversione e l’innovazione dell’impresa a seguito dell’emergenza Covid-19.
Sono considerate ammissibili esclusivamente le spese sostenute dal 1° Febbraio 2020 fino al 15 Dicembre 2020, al netto di IVA soggettivamente detraibile.
Le agevolazioni saranno concesse fino all’esaurimento delle risorse previste nel bilancio camerale, in base a valutazione di merito inerenti specifiche griglie di parametri che saranno valutate da una apposita commissione.
Le domande di partecipazione devono essere presentate dal 24 novembre al 15 dicembre 2020.
Molti indicatori evidenziano come la crisi economica legata alla pandemia stia condizionando le imprese femminili italiane più di quelle maschili: nel semestre aprile-settembre 2020 rispetto allo stesso semestre 2019 le iscrizioni delle imprese femminili si sono ridotte di quasi 7 punti percentuali in più rispetto a quelle non femminili (-26,6%, pari a -11.543 in valori assoluti, contro il -20,0%).
Un dato significativo, considerando che prima della emergenza sanitaria, negli ultimi 5 anni dal 2014 al 2019, le imprese femminili erano aumentate maggiormente rispetto a quelle maschili: +2,9% (+38.080 in valori assoluti) contro+0,3% (+12.704).
Inoltre, un’ indagine realizzata da Unioncamere lo scorso ottobre, su un campione di 2.000 imprese manifatturiere e dei servizi , finalizzata a comprendere l’impatto e le risposte delle imprese alla crisi da COVID-19 ha evidenziato maggiori difficoltà da parte delle imprese femminili nelle prospettive di ripresa rispetto ad una sostanziale parità di valutazione delle conseguenze derivanti dalla pandemia per il fatturato, che per il 55- delle imprese , sia per quelle femminili che maschili, ha subito una riduzione.
La quota delle imprese “rosa” che dichiara che ritornerà ai livelli preCovid nel 2021 è infatti inferiore a quella delle non femminili (29% vs 34%), mentre diventa più alta se ci spostiamo al 2022 (25% vs 19%) o al 2023 (10% vs 7%) facendo così segnare un ritardo, almeno nelle previsioni di pieno recupero di produttività, di almeno un paio di anni rispetto alle previsioni degli imprenditori maschili.
Valutazioni certamente preoccupanti per l’intero sistema economico nazionale, visto ormai il ruolo determinante che le imprese femminili hanno nel tessuto imprenditoriale italiano: al 3° trimestre 2020 sono 1.336.646, pari al 22,0% del totale imprese. Si tratta di una imprenditoria, a confronto con quella non femminile, prevalentemente più piccola di dimensione, più presente nel Mezzogiorno, più giovane, guardando sia agli imprenditori under 35 sia all’età dell’impresa. I settori a maggior presenza di donne sono quelli legati al Wellness, Sanità e assistenza sociale, Manifattura Moda, Istruzione e Turismo e Cultura, mentre dal punto di vista geografico le regioni più femminili sono Molise, Basilicata e Abruzzo per il Mezzogiorno, Umbria, Toscana e Marche per il Centro, e Valle d’Aosta per il Nord.
Per quanto concerne le imprese femminili, sedi d’impresa, delle province di Arezzo e di Siena se ne contano complessivamente, nei primi nove mesi dell’anno, 15.651, pari al 23,9 del totale Erano 15.813 nello stesso periodo del 2019 ( -1%).
In provincia di Arezzo le imprese femminili sono 8.782 (23,6% del l totale) particolarmente presenti nei settori del Commercio (2.046), in Agricoltura (1.703), nel Manifatturiero (1.128) e nei Servizi alla persona (924).
Nella provincia di Siena si registrano 6.869 imprese femminili (24,35 del totale) operanti soprattutto in agricoltura (1.729), nel commercio (1.447), nel turismo (944) e nei servizi alla persona ( 675).
Si tratta di dati che confermano, anche per i nostri territori, il contributo rilevante che le imprese femminili stanno dando al nostro sistema economico.