“La Regione Toscana ha accolto integralmente la nostra proposta di posticipare l’avvio dei saldi estivi al 1° agosto, limitandone la durata a trenta giorni, anziché i soliti sessanta, ed eliminando in via eccezionale per quest’anno il divieto di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti”, sottolinea il presidente provinciale della Federmoda Confcommercio aretina Paolo Mantovani esprimendo apprezzamento per la delibera regionale che ratifica il calendario 2020 delle vendite di fine stagione.
“Benvenga anche la liberalizzazione delle vendite promozionali, per questa volta, perché il mercato ha bisogno di essere movimentato”, prosegue Mantovani, “la priorità in questo momento per le nostre imprese è salvare l’occupazione e riprendere slancio competitivo, per non rischiare che la crisi innescata da questa emergenza sanitaria si trascini troppo a lungo”.
Le stime sull’andamento degli affari nelle prime due settimane dopo la riapertura del 18 maggio rivelano bene la crisi che sta attraversando il settore: secondo l’indagine realizzata da Confcommercio a livello nazionale, i negozi di abbigliamento e calzature aperti (il 94% del totale, il 6% ancora è chiuso) hanno registrato un calo degli incassi pari al 70% rispetto allo stesso periodo del 2019.
“I primi giorni dopo la riapertura in realtà c’è stato movimento da noi, soprattutto da parte di clienti affezionati, a conferma del fatto che il desiderio di entrare nei punti vendita è ancora forte. Manca però la fiducia nel futuro: tra cassa integrazione e paura di perdere il lavoro, la situazione è molto delicata e tante famiglie preferiscono ridurre le uscite all’indispensabile”, spiega il presidente di Federmoda Arezzo.
Ad incidere negativamente sulle vendite della moda sarà poi anche la mancanza del turismo: “la riapertura dei confini regionali porterà qualche persona in più, ma l’assenza dei turisti stranieri che passavano l’estate nelle nostre vallate si farà sentire. Sono proprio loro i più propensi ad acquistare calzature e capi made in Italy, come ricordo del loro viaggio”, fa notare Mantovani.
E gli italiani? “Per adesso io e miei colleghi stiamo notando che fanno shopping più consapevole: meno acquisti d’impulso e più per gratificazione personale, capi comodi che fanno stare bene. Senz’altro è l’effetto dei mesi di lockdown, che hanno ristabilito qualche priorità. Ancora, poi, non è ripartita a pieno la vita notturna, né la possibilità di fare cerimonie, così si sente meno la necessità di adeguarsi alle mode del momento”.