“Ce lo presentano come un punto di partenza e non possiamo che prenderlo così, perché serve molto di più, soprattutto per i settori più colpiti dall’emergenza e per i soggetti con ricavi non superiori ai due milioni di euro", è stato questo il primo commento a caldo dalla Confcommercio Toscana dopo l'annuncio del nuovo Decreto Covid Ter, o Cura Italia, con cui il Governo fissa le misure di sostegno alle imprese e alle famiglie colpite dagli effetti economici dell'emergenza sanitaria.
"Si renderà assolutamente necessaria una più ampia moratoria fiscale, anche in riferimento alla ripresa dei versamenti prevista già da maggio prossimo e alla loro insufficiente rateizzazione, nonché l’esigenza di intervenire anche sul versante dei tributi locali", spiega nel dettaglio il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, "se così non fosse, si tratterebbe di un vero e proprio schiaffo alle imprese e alle partite iva, che da questo decreto aspettavano un segnale forte e tangibile per le proprie prospettive".
In particolare, secondo Confcommercio Toscana, "appare risibile l’una tantum in favore dei lavoratori autonomi professionisti, quantificata in 600 euro per il mese di marzo, meno che il reddito di cittadinanza per i disoccupati".
Sul fronte dell’occupazione, "bene l’apertura universale degli strumenti di cassa integrazione e del fondo di integrazione salariale, ma serve la semplificazione delle procedure per l’accesso a questi strumenti e la loro attivazione".
"Bisogna fare presto e di più, pensando alla “ricostruzione”, con buoni investimenti e buone scelte in materia di semplificazione, innovazione e alleggerimento delle tasse, ma anche e soprattutto con strumenti di impulso della domanda. A partire, quando sarà il momento, dal sostegno delle vacanze in Italia degli italiani”, conclude il direttore Marinoni.