Le organizzazioni di categoria Figisc Confcommercio e Faib Confesercenti hanno proclamato uno sciopero nazionale dei gestori degli impianti stradali ed autostradali di distribuzione carburanti dalle ore 6 di mercoledì 6 novembre alle ore 6 di venerdì 8.
La protesta è rivolta innanzitutto contro gli ultimi provvedimenti del Governo, che continua a vessare la categoria con obblighi spesso inutili, che duplicano gli esistenti e non hanno alcuna valenza sulla lotta all'illegalità o all’infedeltà fiscale, ma anzi vanno ad abbassare ancora di più il margine di guadagno già molto risicato: dall’obbligo di fatturazione elettronica a quello di avere registratori di cassa telematici anche per fatturati di 2 mila €/anno; dalla rimodulazione dell'Indice Sintetico di Affidabilità fiscale (ISA) irraggiungibile per i gestori, all'introduzione di Documenti di Trasporto (Das) e modalità di registrazione giornaliera in formato elettronico; dall'invio dei corrispettivi giornalieri in formato elettronico fino al gravame fiscale e contributivo per i gestori che non ricevono in tempo da fornitori e Agenzia delle Entrate i documenti necessari per la loro contabilità.
“Il Governo si accinge a varare una miriade di provvedimenti inutili e farraginosi che spesso trasformano gli operatori della categoria in "controllori" dell'intera filiera con responsabilità, anche penali, che non ci competono”, sottolinea il presidente territoriale di Figisc Confcommercio Marino Milighetti. “Vista la percentuale di tasse che grava sul costo del carburante, ormai da tempo ci sentiamo gli esattori dello Stato, senza però averne nulla in cambio, neppure le tutele che spetterebbero a chi si assume il rischio di movimentare incassi a volte anche molto ingenti, ma con bassissimo margine di ricavo. E non ci piace il rimpallo di responsabilità tra la politica, l'Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane. Un rimpallo costruito ad arte per dilatare i tempi ed impedire che siano introdotti correttivi ragionevoli”.
Ma la protesta dei benzinai è rivolta anche contro le compagnie petrolifere e contro “quella miriade di soggetti diventati titolari di impianti, che agiscono in barba ai contratti stipulati con i gestori e alle leggi, nel più assoluto silenzio della Pubblica Amministrazione”, aggiunge il presidente di Faib Confesercenti Claudio Marraghini. “Ormai siamo senza tutele” spiega, “gli accordi economici sono ampiamente scaduti e non c’è alcun riconoscimento dei maggiori costi di gestione scaricati in capo alla nostra categoria. Nel caso di Autostrade, tutto è avvenuto addirittura modificando a piacimento i contenuti del Decreto Interministeriale dell'Agosto 2015 e delle modalità di Affidamento, per far spazio ad interessi di parte”.
“C’è bisogno di una riforma del settore profonda e incisiva”, proseguono Milighetti e Marraghini nella nota congiunta, “che non sacrifichi i nostri diritti sull'altare degli interessi di una sola parte: quella più forte, che continua a fare il bello ed il cattivo tempo ignorando che in Italia vigono le regole dello Stato di Diritto”.