"La ristorazione non è un mestiere per tutti"





















“La ristorazione non è un mestiere per tutti: lo dimostrano gli esiti dei controlli condotti a livello nazionale dai NAS nei locali che servono cibi etnici, che hanno portato alla denuncia di numerosissime irregolarità e a sequestri per 128 tonnellate di prodotti ittici, carnei e vegetali. Ringraziando i NAS per il prezioso e puntuale lavoro che svolgono per garantire la sicurezza ai consumatori, vogliamo ribadire ancora una volta che dedicarsi alla ristorazione non è semplice. È necessario conoscere e rispettare le regole di igiene e sicurezza alimentare del nostro sistema che, come ha opportunamente sottolineato il ministro della Salute Giulia Grillo, è tra i più avanzati a livello mondiale. Servono organizzazione, competenza e professionalità, ma anche attrezzature adeguate ed una adeguata preparazione”.


Lo scrive in una nota la Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio.  “Per questo motivo – prosegue la nota - abbiamo messo a disposizione degli esercenti della nostra Federazione un vademecum che li aiuti ad applicare le normative in tema di lavoro, salute e sicurezza e igiene e sanità, con un roadshow di presentazione in tutte le città italiane, proprio con la collaborazione delle autorità competenti come ASL e NAS”. Prossima tappa del roadshow sarà a Roma il 19 giugno. Ad Arezzo si è già svolto nel maggio scorso e dopo l’estate arriverà anche a Firenze.  


“Oggi, anche a causa di politiche che vanno a vantaggio di chi si vuole improvvisare nel settore, si è diffusa l’idea che con un impegno relativo e attrezzature di base si possa avviare un’attività di ristorazione, ma non è così. I risultati sono sotto agli occhi di tutti, e rappresentano un danno tanto per il mercato quanto per i consumatori. Da un lato gli esercenti che operano nella legalità e con precisione, anche quelli che offrono cibo etnico, vengono penalizzati da notizie di questo tipo che mettono in cattiva luce il settore. Dall’altro i consumatori vedono minata la garanzia della sicurezza alimentare e perdono fiducia nell’intero sistema. Da questi principi: garanzia di concorrenza leale e garanzia di sicurezza per i consumatori, è nata l’idea del manifesto “Per non mangiarsi il futuro”, firmato ormai da migliaia di lavoratori del settore, da grandi chef ad operatori più piccoli”.














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