Con una recente circolare l’Inps ha annunciato e illustrato le modalità di ricalcolo dei trattamenti pensionistici. La novità riguarda circa 5,6 milioni di pensionati che potranno avere una riduzione della pensione se l’importo è superiore a tre volte il minimo Inps (1.522,26 euro al mese).
Il ricalcolo è una conseguenza della Legge di Bilancio 2019 che ha portato da 5 a 7 gli scaglioni per la rivalutazione delle pensioni al costo della vita (vedi tabella). I nuovi criteri hanno effetto dal 1° gennaio 2019, ma quanto pagato dall’Inps nei primi tre mesi dell’anno è stato calcolato sulla base dei precedenti criteri. Da qui nasce l’esigenza di ricalcolare le pensioni con l’assegno di aprile. Se quanto percepito è superiore rispetto al dovuto, allora bisognerà restituire la differenza. Come? Sulle modalità l’Inps farà sapere con una ulteriore circolare.
I sette scaglioni della rivalutazione (legge di Bilancio 2019)
| |
Fascia assegno | Nuovo indice di perequazione |
3 volte il trattamento minimo | 100% |
4 volte il trattamento minimo | 97% |
Tra 4 e 5 volte il trattamento minimo | 77% |
Tra 5 e 6 volte il trattamento minimo | 52% |
Tra 6 e 8 volte il trattamento minimo | 47% |
Tra 8 e 9 volte il trattamento minimo | 45% |
Superiore a 9 volte il trattamento minimo | 40% |
L’operazione di ricalcolo, come precisa l’Inps, è stata effettuata solo sui trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. Tanto per chiarire, per “importo complessivo lordo” s’intende la somma di tutte le pensioni di cui il pensionato è titolare, erogate sia dall’Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, interessati al regime della perequazione cumulata.
Quindi, per individuare i trattamenti soggetti al ricalcolo, l’Inps ha individuato i pensionati con assegni superiori a 1.522,26 euro lordi mensili, i destinatari di nuove prestazioni che da dicembre 2018 si sono aggiunte alle precedenti, oppure pensioni che nel frattempo potrebbero essere state riliquidate o ricostituite.
Di conseguenza, per ciascun pensionato destinatario del ricalcolo, l’Inps ha proceduto così:
- la rivalutazione è stata calcolata in base ai criteri vigenti;
- è stata calcolata la differenza di pensione lorda a debito del pensionato;
- è stata calcolata la differenza di Irpef applicata sulle maggiori somme non dovute.
Il nuovo importo così è stato messo in pagamento con la rata di aprile.
Esempio: Pensionato con assegno lordo di 2.550,03 euro al mese a dicembre 2018, da gennaio a marzo ha avuto una pensione mensile di 2.576,93 euro (con il vecchio criterio di rivalutazione); nel mese di aprile, viene corrisposto un importo di 2.564,62 euro (con la nuova rivalutazione). Quindi, la differenza mensile è di 12,31 euro, per una restituzione totale di 36,93 euro. |
Box in evidenza
I trattamenti esclusi dal ricalcolo
La rimodulazione della perequazione non riguarda:
- le pensioni erogate alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice;
- i trattamenti assistenziali e a carattere risarcitorio, quali le pensioni sociali e assegni sociali, prestazioni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti;
- l’indennità integrativa speciale;
- le indennità e gli assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di prima categoria concesse agli ex dipendenti civili e militari delle amministrazioni pubbliche.
Per qualsiasi problematica attinente l’argomento trattato, o per altra questione di natura previdenziale, il Patronato 50&PiùEnasco offre tutta la consulenza e l’assistenza necessarie: contattare lo 0575 354292 (Enrica Tironi) o inviare una mail a e.tironi@enasco.it