Interessa circa 75mila lavoratori in Toscana il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro siglato per i dipendenti dell’intero comparto del “fuori casa”, rappresentato a livello regionale da 22.500 imprese fra ristoranti, bar, pizzerie, mense e catering, oltre a pub, locali da ballo e stabilimenti balneari. In pratica, tutte le aziende che somministrano pasti.
A firmare il Contratto, il primo specifico per la somministrazione e quindi indipendente e svincolato dagli altri precedenti, è stata per la parte datoriale la Federazione Italiana Pubblici Esercizi FIPE aderente a Confcommercio (con la partecipazione diretta alle fasi salienti della trattativa del suo vice presidente vicario e presidente toscano Aldo Cursano), insieme al mondo della ristorazione collettiva con Angem e a quello della cooperazione con Legacoop Produzione e Servizi: tre soggetti che insieme rappresentano la quasi totalità delle imprese del settore. Per la parte sindacale lo hanno firmato invece Fisascat CISL, Uiltucs UIL e Filcams CGIL.
Il nuovo CCNL decorre dal 1 gennaio 2018 e prevede tra le novità l’aumento in busta paga di €100 lorde a regime (calcolate per un dipendente del IV livello), il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa, la durata quadriennale e importanti innovazioni mirate al recupero di produttività, come un nuovo sistema di flessibilità dell’orario di lavoro, per salvaguardare il mercato nell'interesse di tutti i protagonisti, lavoratori, consumatori e imprese.
Il comparto della somministrazione sviluppa in Toscana circa 6 miliardi di euro di fatturato, che diventano 80 miliardi a livello nazionale, dove il settore conta più di 300.000 imprese e oltre un milione di addetti. Secondo i dati della Confcommercio, solo a Firenze sono circa mille (946) i bar e ristoranti presenti in centro storico, ai quali si aggiungono i circa 1.500 (1.430) del resto del territorio comunale, per un totale di diecimila addetti.
“Finalmente uno dei settori strategici e di punta del Made in Italy quale è la ristorazione può contare su un contratto di lavoro specifico di riferimento”, sottolinea il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “l’accordo siglato con le parti sindacali è stato frutto di una lunga trattativa, dell’impegno e del senso di responsabilità di tutti i firmatari. Tutte le innovazioni previste vanno nell’ordine di garantire una maggiore flessibilità operativa nelle imprese e saranno la leva per favorire quel recupero di produttività necessario per sostenere gli investimenti migliorativi e rafforzare lo sviluppo di un settore chiave della nostra economia”.
“Per le nostre imprese la flessibilità è diventata ormai uno strumento essenziale di competizione”, sottolinea il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che nella veste di vice presidente nazionale di categoria ha seguito in prima persona le trattative che hanno portato alla firma del documento, “il nuovo CCNL tiene in considerazione le mutate condizioni del mercato e, soprattutto, il carattere imprevedibile e discontinuo dei flussi di lavoro, che ora potremo gestire grazie alla flessibilità dell’orario, rispondendo meglio alle esigenze dei consumatori”.
Ad esprimere soddisfazione insieme al mondo delle imprese sono anche le parti sindacali dei lavoratori. Per Marco Conficconi, segretario generale regionale della UIL Turismo, la UILTUCS Toscana, “si tratta di un nuovo contratto nazionale che finalmente rimette al centro i diritti dei lavoratori ma che allo stesso tempo pone le basi per rilanciare l'intero settore della ristorazione. Un accordo - prosegue Conficconi - che oltre agli importanti aspetti economici stabilisce alcune novità su argomenti fondamentali per le lavoratrici ed i lavoratori del settore, quali partecipazione, formazione e bilateralità. Con questo accordo, potremmo monitorare maggiormente il settore e risolvere più velocemente le criticità che scaturiscono nel rapporto tra lavoratore ed impresa. Un grande risultato.”
Per Carlo di Paola, segretario generale della FISASCAT CISL Toscana “è importantissimo che dopo oltre 4,5 anni dalla scadenza sia stato siglato per i dipendenti dei Pubblici esercizi, ristorazione collettiva, dei bar, dei ristoranti e tavole calde, dei fast food, delle pasticcerie, delle mense il CCNL scaduto del 2013. Validità e sfera di applicazione, relazioni sindacali, classificazione del personale, contrattazione decentrata, mercato del lavoro, organizzazione e flessibilità contrattata, Welfare, bilateralità e formazione professionale sono gli ambiti di intervento dell’intesa. Anche attraverso un confronto serrato con le rappresentanze imprenditoriali, alla fine siamo riusciti a definire un nuovo impianto contrattuale che prevede importanti incrementi economici, un potenziamento degli interventi di Welfare riferito all’assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza integrativa, ma anche alla formazione professionale. Questo nuovo assetto del CCNL riqualifica un settore dalle forti potenzialità occupazionali anche attraverso il sistema della flessibilità contrattata e un mercato del lavoro che apre ai giovani con l’apprendistato. Con questa intesa - conclude Di Paola - vogliamo intraprendere un percorso di stabilizzazione dei rapporti di lavoro in un settore che risente di una forte stagionalità. Attraverso la contrattazione a tutti i livelli sarà necessario puntare all’allungamento dei rapporti di lavoro e alla destagionalizzazione delle attività nelle località turistiche”.