Facciamo un piccolo riepilogo su cosa sia questa prestazione denominata Ape Social di cui molto si è parlato in questo ultimo anno e sul quale molti italiani hanno riposto molte speranze.
Si tratta di un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato, (introdotta nel 2017), erogata dall’Inps in favore di soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Il beneficio può essere richiesto dagli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione Separata, dunque riguarda tanto i lavoratori dipendenti del settore privato sia gli autonomi che i parasubordinati nonché i lavoratori del pubblico impiego con esclusione però dei liberi professionisti iscritti presso le casse professionali. Vediamo quali sono i requisiti e le condizioni.
Requisiti:
- 63 anni di età;
- una contribuzione minima di 30 anni per coloro che sono disoccupati, invalidi, assistono e convivono con un disabile;
- una contribuzione minima di 36 anni per i lavoratori che svolgono attività difficoltose o rischiose, di cui almeno sei anni svolti in queste attività;
- non godere di pensione diretta.
Condizioni soggettive:
- stato di disoccupazione per licenziamento, anche collettivo, dimissioni giusta causa, risoluzione consensuale (procedura di cui all’art.7 della L. 604/1966);
- aver concluso da almeno 3 mesi di godere della prestazione per disoccupazione;
- assistenza da almeno sei mesi del coniuge, persona unita civilmente, parente di primo grado conviventi con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
- riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%;
- lavoratori dipendenti che, al momento della decorrenza dell’APe sociale, che risultino svolgere o aver svolto in Italia, per almeno sei anni, in via continuativa,una o più attività lavorative particolarmente pesanti «lavoratori gravosi».
Lavoratori che svolgono attività gravose:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelli e di pellicce;
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- conduttori di mezzi pesanti e camion;
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
- facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Novità 2018
La prima delle novità introdotte con l’emendamento del Governo alla Legge di Stabilità è l’ampliamento della platea dei lavori gravosi: agli 11 già previsti si aggiungono marittimi, pescatori, lavoratori agricoli, siderurgici. In totale le categorie sono 15. L’allargamento della platea riguarda sia l’APe Sociale sia la pensione anticipata precoci.
Seconda novità riguarda il beneficio per le donne con figli, infatti avranno un anno di sconto per ogni figlio, sul requisito contributivo di accesso, fino a un massimo di due anni.
Per qualsiasi problematica attinente l’argomento trattato, o per altra questione di natura previdenziale, il Patronato 50&PiùEnasco offre in via del tutto gratuita la consulenza e l’assistenza necessaria: basta contattare l’ufficio provinciale di Arezzo allo 0575 354292 e chiedere della responsabile Enrica Tironi o inviare una mail all’indirizzo enasco.ar@enasco.it.