Nota congiunta delle associazioni di categoria del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura della provincia di Arezzo Confcommercio, Confesercenti, CNA, Confartigianato Imprese, Coldiretti, Confagricoltura e CIA
Il mondo economico aretino si esprime e rivendica Arezzo, con la collocazione a Rigutino, come scelta migliore per la nuova stazione dell'Alta Velocità. La scelta di Creti non è comprensibile e oltre che inutile sarebbe dannosa.
“Se per avere la nuova stazione dell'alta velocità a 40 km di distanza, Arezzo deve rinunciare alle già esigue fermate di treni Frecciarossa in città, allora grazie tante, ma conviene non farne di nulla. Sarebbe come tornare indietro nel tempo”. Lo scrivono in una nota congiunta le associazioni di categoria del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura della provincia di Arezzo Confcommercio, Confesercenti, CNA, Confartigianato Imprese, Coldiretti, Confagricoltura e CIA.
“La soluzione di Creti scontenta tutti o quasi – prosegue la nota - Di sicuro gli aretini non hanno nulla da guadagnarci, ma non se ne capisce la convenienza neppure per gli altri territori coinvolti, Umbria compresa. Come ha detto qualcuno, infatti, si tratta di una cattedrale nel deserto, che costerà una follia attivare fuori, come è dai collegamenti ferroviari attuali, fuori da una viabilità ordinaria efficiente, oltre tutto in un’area a vocazione agricola e turistica che avrebbe bisogno di ben altra valorizzazione”.
“Gli imprenditori che le nostre associazioni rappresentano sono abituati a pensare al futuro sostenuti dal coraggio e dalla capacità di visione, certo, ma sempre nell’alveo della fattibilità, della convenienza e della concretezza di un progetto. Scegliere Creti per Medioetruria non rispetta alcuno di questi parametri. E, allora, perché qualcuno ha deciso di investire proprio in questo progetto?”.
“Forse la politica, che pure dovrebbe avere a cuore l’interesse pubblico, ha imposto le sue pesanti condizioni in una decisione che doveva essere presa solo secondo meriti squisitamente tecnici e di convenienza strutturale, logistica ed economica e che, invece, è stata presa per difendere gli interessi di pochi contro il bene di molti. Il numero di residenti, di imprese, di lavoratori che la provincia di Arezzo esprime non è in alcun modo paragonabile a quello espresso dalle aree senesi e umbre. E, allora, a chi conviene Creti?”
“Di questi nostri interrogativi chiederemo contezza alla politica, ben sapendo che, purtroppo, a pagare lo scotto di scelte sbagliate sono sempre le famiglie e le imprese. Non vorremmo poi – chiosano le associazioni di categoria - che la questione nascondesse un altro inghippo: forse scegliere Creti, mettendo i territori, le parti politiche e le istituzioni “l’un contro l’altro armate” fa l’interesse di chi, sotto sotto, non desidera affatto investire risorse ed energie in una nuova stazione dell’Alta Velocità e userà quindi questi dissapori come scusa per non iniziare mai i lavori…”.