Cambio al vertice dell’Associazione Albergatori Aretini: Gianni Fabbrini passa il testimone a Roberto Comanducci, eletto presidente all’unanimità dai colleghi riunitisi nella sede Confcommercio.
Comanducci, nato ad Arezzo nel 1963, sposato con due figlie, è attualmente direttore dello storico Hotel Continentale di piazza Guido Monaco, dove ha iniziato a lavorare a 20 anni, ancora fresco di diploma all’Istituto Tecnico Commerciale. Da allora, ha percorso tutta la sua carriera all’interno della struttura ricettiva, prima come receptionist, poi come assistente di direzione e infine, dal 2015, come direttore. Un’esperienza di vita e di lavoro che gli ha permesso di conoscere a fondo segreti, difficoltà e successi della gestione alberghiera.
“Metterò le mie conoscenze al servizio della categoria, in un momento non facile per il settore, che dall’inizio della crisi pandemica si è trovato praticamente immobilizzato”, dice il neopresidente. “Ho accettato l’incarico con estremo piacere, certo di poter contare su una bella squadra di colleghi”. Al suo fianco per i prossimi cinque anni ci sarà un consiglio direttivo formato da otto imprenditori del settore: insieme al past president Gianni Fabbrini (Hotel Minerva di Arezzo), che ha guidato l’associazione per tre mandati, ci saranno Andrea Baroni (Hotel ristorante I Tre Baroni di Moggiona) e Riccardo Bianchi (Hotel ristorante Farneta), eletti rispettivamente delegato per l’area Casentino e per l’area Valdichiana, poi Jacopo Acquisti (Hotel Cecco di Arezzo), Marco Gandini (A Point Arezzo Park Hotel), Isabella Macrì (Hotel Piero della Francesca di Arezzo), Mauro Mamini (Hotel Etrusco di Arezzo) e Michele Passalacqua (Arezzo Sport College).
“Il futuro ci mette di fronte a diverse incognite. La principale sfida è capire quanto la pandemia, e le regole per contenere i contagi, influiranno sulle scelte e sulle abitudini di viaggio dei turisti. Le destinazioni di successo saranno quelle capaci di intercettare i nuovi bisogni in merito a salute e sicurezza”, commenta Roberto Comanducci, “credo nella ripresa, ma non sarà velocissima. Anche negli scenari più ottimistici, purtroppo non riusciremo a tornare ai livelli pre-pandemia se non fra due o tre anni. L’importante è che non si interrompa di nuovo la mobilità con misure drastiche: sarebbe il disastro per la ricettività e l’intera filiera turistica”.
La provincia di Arezzo ha diverse carte buone da giocare: “fino al 2019 abbiamo conosciuto una crescita costante, grazie anche all’assist che ci è arrivato dalla Fondazione Arezzo Intour, un organismo quasi unico in Italia. Abbiamo ancora bisogno di farci conoscere, ma possiamo contare su un’area di grande storia e bellezza e su una ricettività che gli è fortemente legata. Abbiamo imprese alberghiere di lunga tradizione, a volte nate in ambito familiare, ma anche quelle che sono arrivate dopo hanno sempre voluto radicarsi bene al territorio per rispecchiarne i valori. Questo è subito evidente a chi arriva da noi. E poi, la lunga esperienza nel turismo business ci ha insegnato a lavorare con una clientela di target medio-alto, consentendoci oggi di essere pronti a soddisfare anche le richieste dei turisti più esigenti”. Tra gli obiettivi del gruppo neocostituito, puntare sulla formazione. “Dobbiamo far crescere la qualità della nostra accoglienza e si può fare soltanto con la formazione di tutte le persone che ne fanno parte. Le imprese possono competere solo contando su una squadra motivata e di alto profilo”.