Conta dei danni per i commercianti di via Garibaldi e corso Italia





















 


Merce da buttare via, impianti elettrici saltati, pareti nuovamente da imbiancare, parquet scollato, attrezzature, mobili e infissi irrimediabilmente rovinati, senza contare i disagi e l’incasso mancato dei giorni di chiusura forzata, necessari a rimettere a posto almeno le cose principali: salgono ormai a decine di migliaia di euro i danni subiti da alcuni imprenditori di via Garibaldi e corso Italia ad Arezzo, alluvionati nella mattina di venerdì scorso (1° settembre) dopo la forte pioggia che si è abbattuta sulla città causando la fuoriuscita di acqua dai tombini nell’area limitrofa a piazza Sant’Agostino.


Giovedì 7 settembre gli operatori hanno fatto la conta dei danni insieme ai rappresentanti di Confcommercio, confrontandosi sulle azioni da intraprendere per ottenere il dovuto risarcimento.


“È chiaro che in questo caso non può essere invocato lo stato di calamità, perché altrove la città ha retto meglio all’impatto della pioggia, per quanto fosse forte”, dice il referente di Confcommercio per la città di Arezzo Cristiano Beligni, “i problemi in questa zona sono legati al cattivo funzionamento del sistema fognario e di raccolta delle acque, che è diretta responsabilità dell’Amministrazione Comunale. L’unica strada percorribile per ottenere il riconoscimento del danno subìto pare quindi quella di appellarsi direttamente al Comune. Una cosa è certa: questi imprenditori non possono essere lasciati da soli a sopportare il peso economico di quanto accaduto”.


“L’altra richiesta che faremo all’Amministrazione Comunale”, anticipa Beligni, “è che si metta subito in moto per far sì che non abbia più a riaccadere una cosa del genere. Non è la prima volta che in questo tratto di via Garibaldi si verificano dei problemi simili. Nei prossimi giorni il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini si è reso a disponibile ad incontrarci per affrontare la questione”.


Sono almeno quindici le imprese che si sono viste invadere i locali dall’acqua e dal fango. “La maggior parte di loro sono riuscite a riaprire dopo 24 ore di fermo, a parte un bar, che è rimasto chiuso per tre giorni perdendo dunque visibilità e incassi per l’intero fine settimana della Fiera Antiquaria di settembre, uno dei più vivaci dell’anno per le attività economiche del centro storico”, spiega il responsabile di Confcommercio per l’area aretina, “tutti hanno dovuto buttare via molta della merce in vetrina, nei locali o perfino in magazzino: dai prodotti alimentari a scarpe, vestiti e orologi irrimediabilmente rovinati, per non parlare dell’arredamento. Nei prossimi giorni dovranno continuare a lavorare per sostituire le attrezzature e riportare i negozi alla piena efficienza”.













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