Il Natale 2016 forse porterà meno doni sotto l’Albero dei toscani. Lo prevede Confcommercio Toscana, che ha stilato un’indagine dei consumi natalizi nella regione. Si amplia infatti, rispetto allo scorso anno, la percentuale di operatori che stimano una contrazione delle vendite, con perdite fino al 10% soprattutto nel settore non alimentare: erano il 40% nel Natale 2015, ora sono circa il 60%. Il 36% pensa che sarà un Natale di tenuta, gli ottimisti che prevedono un aumento degli incassi sono solo il 4%.
Ma la stima delle vendite in Toscana resta comunque migliore della media nazionale, secondo la Confcommercio: ogni famiglia toscana destinerà infatti ai regali un budget medio di 320 euro, superiore di venti euro alla media nazionale.
“A rallentare lo shopping natalizio sono soprattutto cautela e tendenza al risparmio, più che l’effettiva carenza di soldi, che pure si fa sentire in alcune province come Livorno o Massa, dove continua l’emergenza lavoro. C’è quindi ancora margine per non archiviare quello 2016 come un Natale sottotono: contiamo molto sulle sorprese positive last minute”, commenta il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “nei giorni della Vigilia infatti la frenesia degli acquisti contagia anche chi aveva deciso di non fare regali. Per adesso, però, le vendite di dicembre sono piuttosto fiacche, soprattutto dal lunedì al giovedì. L’8 dicembre, al solito, ha fatto un po’ da spartiacque, ma ancora la situazione non è brillante ovunque. Siamo in linea con la tendenza di tutto il 2016: la pressione fiscale sempre altissima, unita all’incertezza dello scenario politico nazionale ed internazionale di certo non invoglia allo shopping. Anche i soldi salvati dall’abolizione della Tasi molti preferiscono tenerli da parte”.
“Lo sprint arriva là dove arrivano anche visitatori da fuori, nei centri ad alta attrattività turistica come Firenze, o anche nelle città meno note dove però si è investito sugli eventi per richiamare gente. Insomma, è come se il commercio avesse bisogno del turismo per funzionare”. La disponibilità all’acquisto sembra aumentare quando si è in viaggio: “basta anche una gita fuori porta in una città limitrofa: lo sguardo sulle vetrine cambia, si fa più attento. Nella propria città i negozi rischiano quasi di diventare invisibili”.
Archiviate ormai da almeno 5 anni le lunghe liste regali da fare, per i quali si cominciava a guardarsi intorno già dalla fine di novembre, i toscani quest’anno si concentreranno su poche persone da gratificare: i bambini prima di tutto, poi se stessi, il partner e, in ultima istanza, gli altri familiari o gli amici più cari. “Gli scontrini saranno forse minori nel numero, non necessariamente nell’importo. Si va dalle 15-20 euro per il piccolo presente alle 100 e oltre per un regalo più importante”, dice il direttore di Confcommercio Toscana, “spesso il budget più alto viene utilizzato per autogratificarsi e concedersi uno sfizio”.
Il metodo di pagamento più utilizzato è la carta di credito, anche per importi inferiori alle venti euro. L’età media del cliente che acquista regali è compresa fra i 35 e i 55 anni, anche se aumentano in negozio anche i giovani fra i 15 e i 25 anni, forse i più propensi a fare regali, sebbene di importo molto contenuto, ad una cerchia di persone più allargata.
Tra i doni più gettonati ci sono i giocattoli per i più piccoli, poi libri, profumeria e gadget di tendenza per chi vuole spendere cifre contenute. In calo i prodotti di telefonia e informatica, che ormai fanno parte dei consumi abituali di tutto l’anno. Per i regali di fascia più alta tornano in auge gioielli e orologi, oppure le esperienze, come viaggi o ingressi ai centri benessere. In generale, però, si assiste al ritorno del dono utile: qualcosa per la casa, un abito, un paio di scarpe, ma anche il classico cesto natalizio con i prodotti enogastronomici tipici, olio, vino e dolci artigianali su tutto, poi formaggi, salumi e pasta fresca.
La spesa alimentare per i pranzi e le cene in famiglia dovrebbe confermarsi sui livelli dello scorso anno. Per quanto riguarda il fuori casa, secondo la Confcommercio i toscani che consumeranno il pranzo di Natale al ristorante saranno 350 mila, per una spesa media intorno alle 50 euro a persona. 470mila, invece, quelli che il 31 dicembre attenderanno lo scoccare della mezzanotte in un locale pubblico. Il tutto esaurito per San Silvestro potrebbe essere a portata di mano per molti locali: otto operatori su dieci si dichiarano ottimisti. E alcuni, per invogliare la clientela spaventata da prezzi troppo alti, continueranno a proporre menù a la carte anche nella notte più scintillante dell’anno.