I giorni del fine settimana e delle feste sono brillanti per il commercio aretino, almeno per le attività del centro storico, grazie all’arrivo di tanti visitatori da fuori per la Città del Natale. Dal lunedì al giovedì, invece, la situazione procede ancora a rilento, con ritmi più degni del mese di novembre che di dicembre. È quanto emerge dall’indagine condotta dalla Confcommercio aretina fra i negozianti del capoluogo.
“Gli aretini sono cauti e riflessivi: osservano le vetrine, confrontano prezzi e prodotti, ma ancora non si sono lanciati negli acquisti natalizi. Sarà perché il clima politico di grande incertezza in cui si trova il nostro Paese da prima del referendum non aiuta. Le famiglie sono con il fiato sospeso e nell’attesa preferiscono risparmiare”, dice la presidente della Confcommercio Toscana e aretina Anna Lapini, “sono convinta che la voglia di fare regali resti intatta e che le cose si smuoveranno nelle ultime due settimane. Ma è ancora da vedere il budget che gli aretini ci investiranno”.
A livello nazionale, secondo la Confcommercio ogni famiglia italiana spenderà per i regali circa 300 euro. Ad Arezzo la cifra dovrebbe confermarsi un po’ più alta, intorno alle 350 euro, comunque ridotta di almeno trenta euro rispetto allo scorso anno.
“Decisivo per capire l’andamento delle vendite sarà il prossimo fine settimana, visto che è l’8 dicembre, per tradizione, a segnare l’avvio della corsa ai regali”, sottolinea la presidente della Confcommercio, “certo è che gli ultimi due Natali per Arezzo sono stati segnati profondamente da vicende economiche e politiche che hanno fiaccato un po’ gli animi: nel 2015 il caso di Banca Etruria e quest’anno referendum e caduta del Governo” .
Generi alimentari, giocattoli, abbigliamento e libri saranno come sempre i doni più gettonati; in leggero calo invece telefoni cellulari, smartphone, tablet e articoli informatici.
Per i regali più importanti, destinati ai familiari più stretti, il criterio dell’utilità negli ultimi tempi è tornato molto in auge: cesti di prelibatezze alimentari, abiti o scarpe, ma anche elettrodomestici e oggetti per la casa di cui tutta la famiglia farà poi uso. Per gli altri doni, si rispettano budget molto più limitati, fra le 15 e le 40 euro al massimo. C’è spazio quindi per la profumeria, un libro, un bijoux, un accessorio o un gadget divertente. “Qui vincerà chi ha in negozio prodotti sfiziosi, innovativi, magari non troppo visti in giro, ed è riuscito a farne una vetrina accattivante. La vetrina di Natale incide moltissimo sulle vendite: un errore di valutazione può mandare in fumo tutte le aspettative di incassi”.
La posizione da leader negli acquisti natalizi resta appannaggio dei giocattoli: nelle spese si può tagliare di tutto, infatti, ma non il dono per i più piccoli. “E comunque sono certa che la voglia di mettere sotto l’Albero qualcosa, anche piccolo, per tutti alla fine prevarrà anche fra i più scettici”, dice Anna Lapini.
Secondo l’indagine della Confcommercio, gli acquisti saranno effettuati in prevalenza presso i punti vendita della grande distribuzione (75,6%) e i negozi tradizionali (56%), ma è in forte crescita l'utilizzo del web, un canale di acquisto a cui nel 2009 si rivolgeva appena il 3,8% degli italiani e che oggi viene utilizzato dal 44% dei consumatori. “È un dato che i commercianti devono tenere ben presente: oggi vince chi ha una vetrina virtuale affiancata a quella reale perché riesce a raggiungere una platea di clienti potenziali più ampia e perché si adegua alla nuova richiesta del mercato in termini di comodità, praticità e minor dispendio di tempo. Non importa avere un proprio sito di e-commerce, ancora troppo costoso per una piccola impresa, basta anche appoggiarsi a piattaforme strutturate come E Bay o addirittura Amazon. Gli esperti, tra l’altro, dicono che chi acquista su internet dà particolare fiducia ai negozi virtuali che hanno anche una sede reale. L’importante è non farsi sfuggire questa fetta di mercato in crescita costante”.