San Giovanni, centro a rischio con il nuovo piano del traffico





















“Ogni ritocco su parcheggi, viabilità e sistema di trasporti ha poco senso senza una chiara visione di come vogliamo che sia San Giovanni Valdarno fra dieci o venti anni. Per questo vorremmo che il nuovo piano del traffico fosse accompagnato anche da un preciso piano di sviluppo del centro storico, che partendo da decoro, pulizia e sicurezza contempli anche azioni di promozione e rivitalizzazione del suo tessuto economico. Altrimenti, per le nostre imprese il futuro resta incerto”. Lo dice il presidente di Confcommercio sangiovannese Paolo Mantovani, che in questi giorni ha inviato le osservazioni della sua categoria al piano del traffico presentato dall’Amministrazione Comunale.


Negli ultimi anni il centro storico ha dovuto assorbire diversi colpi, come l’inasprimento della Ztl con l’arrivo delle telecamere o la scomparsa di tanti uffici pubblici. Insomma, da un lato si sono tolte alle persone ragioni importanti per frequentarlo, dall’altro la penuria di parcheggi ha disincentivato anche chi ci veniva per fare shopping. E per i negozi questo si è tradotto in un calo sensibile dei clienti”, ricorda Mantovani. “Noi imprenditori abbiamo fatto tanti sforzi per adattarci a questi cambiamenti strutturali, ma la situazione ora è fragile e l’idea che ne arrivino altri di uguale entità ci spaventa”.


Se l’Amministrazione Comunale vuole trasformare il centro in un quartiere-dormitorio senza negozi questa è la strada giusta. Se invece vuole salvarne identità e vitalità, allora deve cambiare rotta per renderlo un luogo in cui sia più piacevole vivere e lavorare. Come? Intervenendo sul decoro urbano, sulla pulizia, sulla sicurezza nello stesso momento in cui mette mano alle questioni legate al traffico, o forse prima ancora di affrontarle”, prosegue il presidente della Confcommercio sangiovannese.


A spaventare i commercianti nel nuovo piano del traffico c’è, in particolare, l’ipotesi di un lungarno a senso unico, con una rotatoria ‘da ponte a ponte’ che diminuirebbe ancora di più l’affluenza verso il centro. “Anche perché”, spiega Mantovani, “la nuova area di parcheggio prevista lungo l’Arno è ad una distanza eccessiva. In città come Firenze la gente è disposta a percorrere chilometri per arrivare in centro, non a San Giovanni, però, dove le distanze vanno misurate su altri parametri. Nessuno farebbe mai mezzo chilometro a piedi per prendersi un caffè, acquistare il giornale o fare la spesa”.


Preoccupa anche la riduzione dei parcheggi per i pendolari che ogni giorno prendono il treno da San Giovanni. “Anche per loro fermare l’auto accanto al centro e alla stazione è una comodità, senza contare che con i negozi vicino spesso riescono a fare al volo qualche acquisto”.


Tra gli altri nodi critici: la mancanza di mobilità pubblica all'interno del centro storico e la mancanza di un sistema di interscambio tra mobilità privata e pubblica, soprattutto in collegamento con i parcheggi Coop e 2 Giugno, quando sarà realizzato; poi i limiti della mobilità ciclo/pedonale, che in mancanza di servizi di bike sharing di fatto viene incentivata solo per i residenti mentre resta off limits per visitatori, turisti e per quanti frequentano il centro per motivi lavorativi.


“In generale, vogliamo che l’Amministrazione abbia ben chiari gli effetti a lungo termine del nuovo piano del traffico sull'assetto commerciale, produttivo ed insediativo di San Giovanni Valdarno”, conclude Paolo Mantovani, “il rischio di un ulteriore depauperamento va scongiurato in ogni modo, nell’interesse di tutti”.













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