“Il mattone è ancora un investimento sicuro. I prezzi delle case sono scesi ai minimi storici e si trovano ottime opportunità di acquisto per far fruttare i propri risparmi. Perché nel lungo termine il mattone non ha mai tradito le aspettative di rivalutazione”. Ne è convinto Carlo Barbagli, fresco di nomina come presidente della sezione aretina di Fimaa (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari)-Confcommercio, l’associazione a cui fanno capo gli agenti immobiliari della provincia di Arezzo, guidata per molto tempo da Roberto Torzini.
Barbagli, nel settore dal 1983, è nato nel 1963 ad Arezzo ed è attualmente titolare della Barbagli Immobiliare di Castiglion Fiorentino. Insieme a lui sono nel consiglio direttivo anche il past president Roberto Torzini e i consiglieri Paolo Agnelli, Adelmo Baracchi, Marina Biondi, Ciro Capacci, Luca Carsughi, Piero Del Gamba, Alessandro Duranti, Gabriella Gori, Monica Papalini e Michela Valdambrini. Una rappresentanza delle circa 130 agenzie del settore esistenti in provincia.
“Il mercato immobiliare vive ancora momenti difficili, come dimostrano i numeri”, dice Barbagli. Gli ultimi dati della Camera di Commercio, relativi al primo semestre 2015, segnano 1.963 compravendite di immobili, di cui 977 residenziali e 986 non residenziali. Nello stesso periodo del 2006 erano a quota 5.054. “Vale a dire che in dieci anni abbiamo perso addirittura il 61% delle vendite”, sottolinea Barbagli, “le perdite maggiori si sono concentrate nel settore residenziale, penalizzato anche dall’inasprimento della tassazione sulle case di proprietà, oltre che dallo stop alle nuove costruzioni”.
Il momento più duro è stato il 2013, dove le vendite hanno registrato un minimo storico (1.892). “Sono stati anni molto difficili, noi operatori ci siamo abituati a ridimensionare le aspettative oppure siamo usciti dai soliti confini geografici per sbarcare nelle città più grandi, dove il mercato è rimasto sempre abbastanza attivo anche quando da noi era fermo”, ricorda il neo presidente provinciale di Fimaa-Confcommercio, “ma soprattutto ci siamo concentrati di più nella formazione e nell’aggiornamento per trasformare la crisi in un cambiamento profondo anche nel nostro modo di lavorare. È cresciuta la consapevolezza del nostro ruolo nell’intermediazione, la legge poi ci ha addossato più responsabilità giuridiche. Insomma, oggi la figura del mediatore di un tempo è scomparsa. Non c’è più spazio per i sensali improvvisati”.
Adesso molti segnali indicano che la discesa mercato immobiliare si è arrestata: a livello nazionale il 2015 ha segnato una ripresa del +6,8% rispetto al 2014, almeno stando al primo semestre. “Un dato positivo aiutato anche dal calo dei prezzi e dall’aumento dell’erogazione dei mutui da parte delle banche, con tassi particolarmente bassi, intorno all’1 – 1,5%”, spiega Carlo Barbagli, “la gente ha più fiducia e visto che il denaro non rende più, le case, per quanto tassate, restano l’unico investimento sicuro in tempi di grande fragilità”.
In questo panorama, il ruolo degli agenti immobiliari diventa strategico per chi vuole avere massima garanzia di sicurezza dei propri investimenti. “Auspico la stesura di un codice deontologico per la categoria. Poi mi auguro che anche in Italia l’agente diventi il consulente di una sola parte, come già accade nei paesi anglosassoni, e non una figura terza come è da noi. La gente avrebbe più fiducia in noi. Non è un caso se nei paesi anglosassoni il 98% delle compravendite avviene con la consulenza degli agenti, da noi si arriva a malapena al 50%”.
Ma quali immobili comprano gli aretini in provincia? “Su dieci compravendite, almeno tre riguardano i centri storici”, racconta Carlo Barbagli, “per il resto si preferiscono aree vicine al centro o le periferie dove i prezzi sono scesi di più. Il mercato più vivace resta forse quello cortonese, grazie anche agli stranieri che movimentano le compravendite. Per le altre zone la ripresa è più lenta e spesso è legata a doppio filo alla percezione di vivibilità che se ne ha da fuori. Per esempio, Castiglion Fiorentino sta dando forte impulso alle iniziative culturali e agli eventi, così la gente è tornata a percepirla come una cittadina dove si può vivere bene, dopo gli anni bui del crack del Comune in cui pochi ci avrebbero acquistato casa”.