Formazione, nasce l'alleanza tra Confcommercio e Banca del Valdarno





















Inizia il nuovo anno “scolastico” per gli imprenditori del terziario valdarnesi, che dopo la pausa natalizia si apprestano a tornare sui banchi per seguire corsi di aggiornamento, obbligatori e non, utili a migliorare le proprie competenze. Oltre tremila titolari di impresa (3.084 per l’esattezza, di cui circa la metà – ovvero 1.527 - nel commercio, 1.121 nei servizi e 436 nel turismo) ai quali vanno aggiunti i loro dipendenti e collaboratori per un totale di almeno 8mila500 persone potenzialmente coinvolte. Un bacino di utenti che oggi, grazie alla collaborazione fra Confcommercio e Banca del Valdarno-Credito Cooperativo, può trovare alle proprie esigenze formative risposte all’insegna della comodità.


“Banca del Valdarno ha messo a disposizione il proprio auditorium per ospitare i corsi organizzati dalla nostra agenzia formativa”, ha sottolineato il direttore dell’area formazione di Confcommercio Stefano Orlandi durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il presidente della Banca del Valdarno Gianfranco Donato, la presidente della delegazione Confcommercio di Montevarchi Federica Vannelli con la responsabile Roberta Soldani e il consigliere di quella sangiovannese Claudio Calamandrei con la responsabile di delegazione Laura Cantini. “Questa disponibilità anche nei mesi scorsi ci ha permesso di trasferire nel cuore del Valdarno alcune attività dalla nostra sede aretina, per consentire agli operatori del territorio di seguire le lezioni con più facilità”, ha proseguito Orlandi.


“Da oltre cento anni continuiamo nel nostro impegno di vicinanza al territorio valdarnese, cercando di sostenere le famiglie e il sistema imprenditoriale di vallata con l'obbiettivo di favorire efficienza e innovazione anche nelle imprese di commercio, turismo e servizi" ha commentato il presidente della Banca del Valdarno Gianfranco Donato, "per questi motivi non ci siamo tirati indietro difronte alla richiesta di sostegno logistico per i progetti formativi della Confcommercio. Anche nei momenti di crisi del sistema economico e sociale, riteniamo infatti indispensabile scommettere sulla formazione nella consapevolezza che questa possa portare benefici non solo al sistema economico locale ma anche ai bilanci delle imprese. Il tutto nel rispetto dei valori della cooperazione e ispirati dal modello economico che sta alla base della nostra identità di Banca di Credito Cooperativo”.


Tra i prossimi corsi in programma presso l’auditorium di Banca del Valdarno ci sono quelli obbligatori sull’igiene degli alimenti e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, poi alcuni professionalizzanti come vetrinistica e packaging per le aziende commerciali o lingua inglese. Ma sono previsti anche un corso di formazione per accompagnatori turistici, rivolto ai giovani in cerca di occupazione, e una nuova edizione del corso per ottenere il patentino valido ad usare fitosanitari.


Ad ispirare l’alleanza fra Confcommercio e Banca del Valdarno la frase pronunciata qualche tempo fa dal rettore dell’università di Harvard Derek Bok: “se pensi che l’istruzione sia costosa, prova con l’ignoranza”.


“La formazione professionale, così come l’istruzione pubblica, non è un costo ma un investimento per le imprese”, ha detto la presidente della delegazione Confcommercio di Montevarchi Federica Vannelli, “sul momento partecipare ad un corso, o mandarci i propri collaboratori, può sembrare una perdita di denaro e di tempo, che viene sottratto al lavoro in azienda, ma non fare affatto formazione, non aggiornarsi, alla fine costa molto di più perché fa perdere il passo. Le aziende invece hanno bisogno di rinnovarsi e crescere, non ci si ferma mai”.


“In tempi di crisi, purtroppo, qualcuno pensa che la formazione sia un lusso e ne taglia il costo”, ha aggiunto il consigliere della delegazione Confcommercio San Giovanni Valdarno Claudio Calamandrei, “c’è addirittura chi pensa che sia inutile formare i dipendenti perché un giorno potrebbero andarsene. In realtà è molto peggio quando non si formano e rimangono in azienda tutta la vita, senza idee, senza stimoli, senza crescere come persone né far crescere gli affari”.













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