“Sollecitiamo il Comune di Arezzo a mettere mano al nuovo regolamento sulle sagre, prima che arrivi la bella stagione e si ripresenti il solitoproblema della concorrenza sleale tra questi eventi e i ristoranti”. Lo afferma Renato Pancini, presidente dell’Associazione Pizzerie di Confcommercio, che guida la “task force” formata da tecnici e operatori del settore pubblici esercizi costituita dall’associazione di categoria per trovare una soluzione equa e soddisfacente per tutti.
“Lo diciamo sempre: non siamo contro le vere sagre, che riteniamo anzi eventi importanti per la socialità, il turismo e la promozione del territorio, oltre che per la valorizzazione della gastronomia locale”, sottolinea Pancini, “riteniamo però che ci debbano essere regole più stringenti per evitare che qualcuno trasformi le sagre in vere e proprie attività imprenditoriali abusive, facendo concorrenza sleale ai nostri locali”.
“Nel luglio scorso” ricorda, “abbiamo proposto all’Amministrazione Comunale alcune linee guida per la stesura del regolamento. Ci è sembrato che la Giunta Ghinelli percepisse bene la portata del problema e la necessità di trovare in fretta una soluzione. Sono passati ormai alcuni mesi e, pur capendo che ci sono tante priorità da risolvere per il Comune, non vorremmo arrivare alle porte dell’estate senza novità”, prosegue Pancini.
Le regole proposte dalla Confcommercio per selezionare le vere sagre sono cinque: l’attività di somministrazione deve restare legata al prodotto tipico che la sagra ha nella denominazione; i prodotti indicati nel menù devono provenire per almeno il 70% dalla filiera corta o comunque devono rientrare fra quelli tradizionali dell’agroalimentare toscano; l’area a disposizione per servire i pasti non deve essere più del 25% di quella complessiva. Va incentivata poi la collaborazione con le attività locali. Infine, l’associazione propone una durata massima di 4/5 giorni, anche frazionabile in due periodi. In ogni caso, senza superare il tetto massimo di 70/80 giorni complessivi di sagre in un anno all’interno dello stesso Comune.
“Attualmente nel solo comune di Arezzo ci sono 138 giorni di sagre concentrati nei tre mesi estivi”, sottolinea Federico Vestri, esponente dell’associazione ristoratori di Confcommercio, “in pratica, non esiste fine settimana senza sagre, proprio nel periodo in cui anche noi operatori potremmo lavorare di più. Invece, ci ritroviamo ogni sera a combattere la concorrenza di eventi che non pagano le tasse né danno occupazione, perché chi cucina e serve ai tavoli lo fa per volontariato. Senza contare che in alcuni casi si propongono menù chilometrici, relegando al ruolo di comprimario il prodotto a cui la sagra sarebbe dedicata”.
“Il problema non è ovviamente solo del capoluogo, ma riguarda tutti i Comuni della provincia”, chiarisce Vestri, “ma siamo certi che l’approvazione di un regolamento ben fatto nel capoluogo possa costituire un esempio da seguire per tutti gli altri. Siamo poi decisi a chiedere che insieme ai Comuni si facciano carico della questione anche altri enti, a partire dalla Asl, l’Ispettorato del Lavoro e l’Agenzia delle Entrate”.