“Poteva andare peggio, nel senso che la decisione di lasciare il limite orario della mezzanotte per il servizio a tavolo ha lasciato un po’ di respiro ai ristoratori. Ma il comparto dei pubblici esercizi resta fortemente penalizzato dalle misure antiCovid19, tra smart working che drena clienti, mancanza di turisti, posti contingentati, orari ridotti e, soprattutto, paura della gente ad uscire. Qualche imprenditore ci dice che ci sono serate così vuote che sarebbe meno oneroso chiudere…”. La vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei commenta così il nuovo DPCM 18 ottobre 2020 firmato dal premier Conte.
“La nostra preoccupazione fortissima è per ambiti come il banqueting e il catering, rimasti praticamente congelati dal marzo scorso, prima per via delle cerimonie a ranghi ridottissimi e ora rimasti pure senza congressi. E la mancanza di convegni e congressi si farà sentire drammaticamente anche per le strutture ricettive, già penalizzate dall’assenza dei turisti e da vacanze di Natale ancora in forse per tutti. A questo quadro aggiungiamo i locali da ballo, ancora chiusi, e attività come pub, piadinerie, pizzerie al taglio, gelaterie e bar, che perderanno molto del loro fatturato non potendo servire i clienti in piedi dalle ore 18. Da quell’ora è infatti ammesso solo il servizio ai clienti seduti, al bancone o al tavolo. Per fortuna restano autorizzati a mitigare un po’ i danni i servizi di consegna a domicilio, senza limite orario, e l’asporto fino a mezzanotte”.
“Dobbiamo evitare che la pandemia sanitaria diventi una pandemia economica e sociale, per questo chiediamo con urgenza almeno tre provvedimenti: indennizzi per il fatturato perso, rinnovo del credito d’imposta sugli affitti e proroga della cassa integrazione. È l’unico modo per salvare imprese e occupazione, contando che siamo ancora con il fiato sospeso per la possibilità di nuove misure ancora più restrittive e non si intravede all’orizzonte alcuna schiarita”.