“È inammissibile la decisione della Regione Toscana di autorizzare la vendita di materiale di cancelleria, giocattoli, fiori e piante all’interno dei supermercati. E cartolerie e cartolibrerie, fioristi e giocattolai? Sono forse imprese figlie di un dio minore?”.
Ad alzare il grido di protesta è Confcommercio Toscana a nome delle piccole imprese del settore: “il DPCM dell’11 marzo ha imposto la chiusura di queste come di altre tipologie di negozi. Non è passato molto prima che le famiglie iniziassero a lamentarsi, in particolare della difficoltà a procurarsi penne e quaderni per i compiti scolastici dei figli”, ricorda il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. “Tante cartolerie si sono attrezzate con la consegna a domicilio, più per offrire un servizio ai clienti che per tentare un nuovo business remunerativo. Lo stesso hanno fatto negozi di fiori e di giocattoli. Ora però la Regione Toscana di fatto ha deciso di buttarli fuori dal mercato favorendo solo alcune imprese. Per noi è: o tutte o nessuna! Se si riconoscono la cancelleria, i giochi e i fiori come prodotti di prima necessità, allora anche cartolerie, giocattolai e fioristi devono tornare ad aprire. Altrimenti non si capisce perché lo stesso prodotto posso acquistarlo da qualcuno sì e da qualcun altro no. La concorrenza sul mercato dovrebbe sempre giocarsi sul piano della lealtà, ma è soprattutto in momenti come questi – di difficoltà enorme – che certe sperequazioni diventano insopportabili”.
Confcommercio Toscana ne fa anche una questione di salute e sicurezza, oltre che di concorrenza sleale: “vogliamo aumentare le file di persone fuori e dentro i supermercati? Non sarebbe forse più comodo e salutare per tutti distribuire i clienti fra più tipologie di negozi? Troviamo davvero strano e incoerente che l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo prima inviti i cittadini a privilegiare i negozi di vicinato, e poi li obblighi ad andare nei supermercati se vogliono approvvigionarsi di cancelleria, giochi o fiori…”.