San Giovanni Valdarno, "In pericolo il futuro del centro storico"





















Il futuro del centro storico di San Giovanni Valdarno è in pericolo. A lanciare l’allarme è la Confcommercio. “Dall’inizio dell’anno si sono spente cinque insegne solo nel tratto di Corso Italia, la strada principale del passeggio”, dice il presidente della delegazione sangiovannese Paolo Mantovani , “è vero che la città è ancora una delle mete preferite per chi vuol fare shopping in Valdarno. Ma i segnali di crisi ci sono tutti e dobbiamo correre al più presto ai ripari”.

 

Tra i fattori che stanno minando la redditività delle imprese, oltre alla contrazione dei consumi interni che da qualche anno interessa tutta Italia, c’è soprattutto la minore affluenza di persone. “La gente ha sempre meno motivi per frequentare i centri storici”, spiega Mantovani, “qui tutto è iniziato con lo spostamento dell’ospedale, poi negli anni sono state trasferite le scuole elementari e uffici pubblici importanti come quello del Giudice di Pace. Il teatro Bucci è chiuso ormai da tempo e così è venuta meno anche la motivazione dello svago serale. Per non parlare della Ztl, che limitando gli accessi al traffico veicolare scoraggia chi ha poco tempo dal venire a fare acquisti in centro. Insomma, di questo passo i sangiovannesi perderanno l’abitudine e il gusto a passeggiare nel cuore della loro città. A questo si aggiunge il cambiamento di abitudini, che vede i giovani sempre più lontani dalla vita sociale all’aperto e sempre più chiusi in casa o nei centri commerciali”.

 

Il richiamo dello shopping da solo non può bastare a risollevare le sorti del centro, anzi i negozi rischiano di naufragare allo stesso modo”, denuncia la responsabile della delegazione territoriale di Confcommercio Laura Cantini, “di questo passo alcuni imprenditori potrebbero decidere di spostarsi altrove e sarebbe la città intera a perderci, in termini di occupazione, benessere e visibilità. Si dovrebbe invece cercare di tenere alto l’appeal commerciale di San Giovanni Valdarno, il suo status di cittadina vivace e accogliente, incoraggiando gli investimenti di chi ci mette risorse, faccia ed energie”   

 

In gioco, secondo la Confcommercio, c’è anche il futuro del turismo: “nessun turista ama frequentare luoghi trascurati anche dai residenti. Oggi, nell’era del turismo esperienziale, si parla di “destinazioni felici”, ovvero luoghi dove si respira una bella atmosfera, dove le famiglie sono contente di stare e questi fattori, per quanto intangibili, un turista li percepisce bene”.

 

In vista della prossima tornata elettorale che deciderà del nuovo assetto amministrativo di San Giovanni, Confcommercio anticipa quindi precise richieste alle forze politiche e ai candidati a sindaco della città: “chiediamo un piano serio e circostanziato di rilancio del centro, che comprenda agevolazioni e investimenti per i residenti e per le imprese commerciali, turistiche e artigianali. Poi nuove regole per il decoro urbano e l’accoglienza, pulizia e parcheggi compresi. Infine, più concertazione e più risorse per organizzare eventi di richiamo”, dice il presidente della delegazione sangiovannese Paolo Mantovani.

 

“Dobbiamo aprire una riflessione profonda sulla situazione attuale e sulle decisioni da prendere per evitare fattori pericolosi per il futuro della nostra economia e dell’occupazione”, ribadisce Mantovani, “le imprese sono la linfa del benessere e del decoro della città. Un centro, o anche una periferia, ha bisogno delle attività economiche, che aumentano la qualità delle relazioni, dei servizi, dell’ambiente sociale e di conseguenze della vita dei residenti. Non solo, aiutano anche a mantenere il valore degli immobili. Insomma, rappresentano un tesoro che non possiamo perdere”.












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