“Missione compiuta: con il contest “Il Negozio del cuore” volevamo accendere i riflettori sui negozi di vicinato, che rappresentano per le nostre città, i nostri quartieri, i paesi, un patrimonio collettivo da sostenere e tutelare. Ci siamo riusciti e lo dimostra la valanga di voti che è arrivata nella redazione della Nazione.
È la migliore prova di quanto anche oggi - in tempi di grande distribuzione organizzata e commercio on line - la gente sia ancora profondamente legata alla figura del commerciante tradizionale, quello della bottega sotto casa, dove si va per fare acquisti ma anche per chiacchierare, chiedere informazioni, passare il tempo. Una persona di cui ci si può fidare, che con la sua attività ci offre servizi importanti, illumina la strada e ci fa sentire più sicuri.
Nulla potrà mai sostituire il valore umano, sociale ed economico delle botteghe, che fanno parte a pieno diritto di quel capitale urbano fatto di imprese storiche, pluralismo distributivo, servizi professionali. Là dove ci sono negozi aumenta anche il valore immobiliare delle case perché è salva la vivibilità di un quartiere. In fondo quella nostra e della Nazione è stata una scommessa, lanciata attraverso un gioco coinvolgente e leggero: volevamo capire se, e in che misura, gli aretini credessero nel valore del commercio di vicinato.
Direi che si è levato un coro unanime e convinto di sì. Una bella soddisfazione davvero per la categoria che rappresentiamo. Il ringraziamento più efficace per tutti quegli imprenditori che ogni giorno ci mettono la faccia investendo energie e risorse nelle nostre comunità”.