"Vi racconto la mia Fiera"





















La Fiera dell’antiquariato mi ha permesso negli anni di conoscere persone che altrimenti non avrei mai incontrato: artisti famosi, giornalisti, scrittori, professionisti noti a livello internazionale che sono entrati nel mio negozio, come in quello di altri, perché in visita proprio alla Fiera. Sting e Carolina di Monaco, Franco Nero e Camilla, la consorte del principe Carlo d’Inghilterra e potrei continuare a lungo con la lista. Molti sono diventati clienti affezionati e sono tornati più volte in città, attirati dall’atmosfera che ogni volta si respira tra i banchi della kermesse, ma anche dalla bellezza del nostro centro storico e delle sue attività. Mi auguro che Arezzo riesca ad essere sempre polo di attrazione per personalità di quel livello”.


La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini non nasconde il suo affetto per la Fiera, da aretina doc ma anche da commerciante titolare di un’impresa ubicata nel cuore antico della città, con le vetrine che per due giorni al mese fanno capolino fra i banchi dell’antiquariato.


“Per la parte alta del centro storico la Fiera ha significato e significa ancora il riscatto: ne gode l’economia, ne gode la vivacità delle nostre strade, persino i monumenti, che con la gente intorno si fanno ancora più belli”, dice. “Ancora oggi, soprattutto per i bar e i ristoranti dell’area, i due giorni della Fiera fanno la differenza in fondo al mese. Ogni edizione, anche la meno frequentata, garantisce incassi che nel resto del mese sono impensabili, salvo la realizzazione di qualche evento particolare. Avere dalle 15 alle 20mila persone che passano davanti alla vetrina nel giro di 48 ore è un’opportunità enorme. Sono cifre importanti per Arezzo”.


Non è un caso se le aspettative di molti operatori si concentrano proprio nei fine settimana in cui i banchi tornano a posizionarsi in città. “Purtroppo il trend negativo dei consumi interni ha messo un freno anche alle performance di questa manifestazione. Ci sono stati cali nell’affluenza, ma anche nella partecipazione degli stessi espositori, che oggi devono sottostare a regole burocratiche molto più stringenti. Regole come il Durc, a cui i commercianti in sede fissa sono più abituati ma che per loro, nomadi e un po’ anarchici di natura, rappresentano veri e propri ostacoli”, sottolinea la presidente di Confcommercio Toscana.


L’antiquario è un commerciante a parte, difficile catalogarlo con le stesse regole che si applicano ai commercianti normali. Ci sono mercanti d’arte e d’antiquariato di livello altissimo, con botteghe splendide in luoghi prestigiosi, ma anche persone più semplici, collezionisti o appassionati d’arte, che scelgono di stare nelle piazze, all’aperto, vivendo fiere e mercati in giro per l’Italia o per l’Europa. E per loro non sempre i ricavi sono proporzionali ad una vita di certo molto faticosa e impegnativa”.


Di una cosa Anna Lapini è certa: “la Fiera di Arezzo è viva e vitale e offre sempre un assortimento importante di oggetti belli, curiosi, pieni di personalità. Basta saper guardare con attenzione. Per chi, come me, ama cercare l’introvabile, è sempre una miniera di novità e si fanno sempre buoni affari. Con buona pace di chi sostiene che non è più come una volta”.













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