Confcommercio sulla vicenda della E45, "Un disastro per l'economia e il turismo valtiberino"





















 


“Con la stagione turistica alle porte, la Valtiberina sta perdendo tante occasioni di sviluppo. I pullman non possono passare dalla E45 e c’è il pericolo concreto che il turismo organizzato proveniente dal nord Italia bypassi le nostre zone in cerca di mete più facili da raggiungere. Una prospettiva che non vorremmo neppure prendere in considerazione”. Ad affermarlo è Massimiliano Micelli, responsabile della delegazione valtiberina di Confcommercio.


“Questa Toscana ‘a due marce’ non ci piace”, interviene il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “facciamo quindi appello a tutte le istituzioni locali, alle Amministrazioni, che già si stanno muovendo, e alla Regione Toscana perché non si spengano i riflettori sulla questione della E45. Gli imprenditori sono disposti ad investire ancora energie e risorse per questa terra, ma hanno bisogno di credere in una prospettiva migliore, che non renda vani i loro sforzi. Altrimenti, l’unica soluzione per loro sarà quella di investire altrove o cercare alternative”.


La vera doccia fredda, secondo Confcommercio, è arrivata con il diniego dello stato di emergenza da parte del governo nazionale: “un diniego che non ha motivazioni concrete e che di fatto scarica sulle spalle di aziende e cittadini le inefficienze dello Stato e la sua incapacità di gestire le infrastrutture”, sottolinea il direttore Marinoni. “Si è scelta la via più semplice, quella di negare un’emergenza reale, che pure è sotto gli occhi di tutti e mette a rischio l’occupazione e la crescita del territorio”.


All’orizzonte, si addensano purtroppo altre nubi: “ad oggi non ci sono certezze sulla riapertura della strada né su una viabilità alternativa non troppo penalizzante nei tempi di percorrenza”, dice il responsabile di zona della Confcommercio Massimiliano Micelli, “la sola certezza è l'avvicinarsi della stagione turistica e i danni che ne deriveranno in termini di mancati guadagni, per non parlare dell'aumento di costi che tutta la Valtiberina sta sopportando”.













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