“La tassa di soggiorno è un calice amaro da mandare giù per i nostri albergatori, ma lo accettiamo perché il Comune si è impegnato ad investire fino all’ultimo centesimo nella valorizzazione turistica del territorio. Adesso, però, si passi subito ai fatti con la creazione della promessa Fondazione, che servirà a tirare le redini della governance locale in materia di turismo”. Lo afferma la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini a poche ore dall’approvazione in Giunta comunale della tassa di soggiorno, che sarà applicata a partire dal prossimo 1° gennaio agli ospiti di tutte le strutture ricettive del comune di Arezzo.
“Abbiamo a lungo osteggiato l’introduzione di questa tassa, che ci pareva solo un ennesimo balzello sulle spalle del comparto turistico, oltretutto vessatorio nei confronti dei turisti”, ricorda il presidente degli albergatori della Confcommercio aretina Gianni Fabbrini, “nel tempo però abbiamo compreso che può diventare una fonte importante di finanziamento per lo sviluppo turistico, a patto, ovviamente, che i Comuni si impegnino ad utilizzarla solo per questo scopo e non per farla confluire su altre voci di spesa”.
“Mantenendo fede alla promessa che ci aveva fatto, il Comune di Arezzo, unico in Italia dopo quello di Bologna, ha approvato un regolamento con cui vincola l’intero importo dell’imposta allo sviluppo del brand aretino e a politiche di marketing da studiare e attuare attraverso una apposita Fondazione”, prosegue Fabbrini. Ora che la tassa di soggiorno c’è, dice quindi la Confcommercio, deve subito vedere la luce anche la Fondazione. “Se Arezzo vuole avere un reale incremento di arrivi e presenze non può continuare a farlo con politiche approssimative e scoordinate come è avvenuto fino ad oggi. Quindi siamo disposti a bere l’amaro calice purché finalmente venga data forza e concretezza a questo progetto di governance. Se non dovesse accadere ci sentiremmo profondamente traditi”.
Secondo la responsabile dell’area turismo di Confcommercio Laura Lodone, “negli ultimi due anni il turismo ad Arezzo ha fatto registrare segnali incoraggianti di crescita, grazie alle tante iniziative messe in campo anche dall’Amministrazione Comunale. Mettiamo a sistema questi risultati per crescere ancora”.
Ne gioverebbe anche la redditività degli alberghi dopo il crollo del tasso di occupazione nel 2012, che si fermò al 45,7% mettendo in crisi il sistema alberghiero aretino, le tariffe medie per una camera ad Arezzo sono crollate dalle 73,43 euro del 2011 alle 59,76 del 2016. Un calo consistente, di quasi 14 euro, che ancora stenta ad essere recuperato. “Segno che la nostra destinazione non vale quanto le altre, da noi i turisti sono disposti a spendere meno”, precisa Laura Lodone. “È più che mai urgente, quindi, che vengano messe in campo politiche di marketing e di territorio tali da restituire redditività alle imprese del turismo, che si trovano oggi a fronteggiare un costo distributivo sempre più alto, una frammentazione dell'offerta in mille diversi modi di fare accoglienza, dall’hotel agli affitti turistici. Tutti modi di per sé legittimi – dice la responsabile del turismo della Confcommercio aretina - ma che così rischiano di innescare una guerra tra poveri. Dobbiamo alzare la percezione del nostro valore turistico e per farlo servono soldi e competenze. Se le imposte di soggiorno servono a questo, bene. Ma ora si crei la Fondazione. Subito”.