Vanno a rilento le prenotazioni per la Pasqua negli alberghi aretini, che all’inizio della Settimana Santa dichiarano di avere in media solo la metà delle camere prenotate o già vendute. Ma tra gli operatori c’è comunque ottimismo e molti contano di arrivare al tutto esaurito entro venerdì.
Lo conferma il presidente dell’Associazione Albergatori Aretini Gianni Fabbrini: “quello delle prenotazioni last minute per la Pasqua e i ponti primaverili è un fenomeno a cui ormai siamo abituati e che non ci spaventa più. Se il meteo sarà favorevole, mettere a segno il 100% dell’occupazione nel week end pasquale non sarà una Chimera. Non dovrà essere troppo caldo – perché altrimenti la gente preferirà mete marine – né dovrà piovere – perché molti potrebbero decidere di restare a casa e partire per il ponte del 25 aprile o del 1° maggio”.
A proposito dei ponti, Fabbrini sottolinea come quest’anno, con la Pasqua bassa, siano molto ravvicinati: “tante famiglie potrebbero decidere di non andare via più di un week end, anche per motivi economici”, dice Fabbrini, “ci aspettiamo comunque un buon flusso di individuali, soprattutto coppie adulte e piccoli gruppi di amici”.
Qualche spiraglio positivo, per quanto limitato, la categoria lo ha già visto nei primi tre mesi dell’anno. “A marzo gli alberghi di Arezzo hanno registrato un tasso di occupazione pari al 66,50 per cento, praticamente quindici punti percentuali in più del marzo 2016”, dice la responsabile dell’area turismo di Confcommercio Laura Lodone, “significa che quasi sette camere su dieci sono state vendute. Merito della concomitanza con il Toscana Tour e della fiera Italia Legno Energia, che hanno riempito le camere”. Purtroppo, da un primo sondaggio in corso fra i commercianti del centro storico, non sembra che gli ospiti delle strutture ricettive si siano tradotti anche in effettivi clienti per i negozi e i ristoranti della città. I commercianti, in particolare, lamentano infatti un periodo di stasi piuttosto preoccupante in questi primi mesi dell’anno.
Per gli alberghi, oltre al numero di camere vendute, è aumentata anche la tariffa media di vendita di ogni camera di poco meno di 5 euro (4,86), passando dalle 64.52 euro del marzo 2016 alle 69.39 euro del marzo 2017. “Questo significa che gli alberghi hanno avuto più clienti individuali rispetto a gruppi formati da tour operator, che invece avrebbero spuntato prezzi più bassi”. L’aumento del prezzo di vendita arriva in controtendenza rispetto al trend registrato dal 2011 al 2016, che ha visto una perdita di ben dieci euro in media su ogni camera.
Se marzo è stato un po’ più brillante rispetto all’anno scorso, febbraio si è mantenuto in linea – seppure con una leggerissima flessione sotto ad un punto percentuale -, mentre gennaio ha registrato un +6%, sebbene con tariffe di vendita un po’ più contenute. “Nel periodo fra Capodanno e la Befana si sono registrate più presenze grazie al battage pubblicitario sulla Città di Natale e sul Mercatino tirolese. Arezzo ha goduto di un ritorno di immagine che si è tradotto in numeri effettivi per le strutture ricettive”.
A scendere semmai, in questi primi mesi dell’anno, è l’indice di doppia occupazione, calcolato in base al numero di persone che dormono nella stessa stanza: se è vicino al due, significa che la città è meta di turismo leisure, se è più vicino all’1, significa che invece è legata al business. “Ad Arezzo eravamo arrivati faticosamente all’1.6, ma negli ultimi mesi siamo nuovamente scesi all’1,4”, racconta Lodone, “vuol dire che nella maggior parte dei casi in una camera d’albergo dorme solo una persona ed è ipotizzabile che sia venuta per motivi di lavoro. Arezzo torna dunque ad attestarsi fra le mete cosiddette rigide, per visitare le quali occorre un motivo, che siano affari, una fiera o un evento sportivo”.
E, per Confcommercio, non c’è dubbio: “gli eventi, dallo sport alle fiere di respiro nazionale, in quanto a richiamo di turisti battono le festività canoniche del calendario, Pasqua e ponti primaverili compresi. Fino a che Arezzo non si ritaglierà una reputazione più decisa tra le mete del turismo leisure, dunque, dovremo continuare a dare ai nostri ospiti un motivo stringente per venirci a trovare”.