Confcommercio fa il punto sul turismo in Casentino





















Sono per lo più italiani, viaggiano in coppia, a volte con figli o amici al seguito. Si informano per tempo ma prenotano solo sotto data, certi che comunque troveranno posto. Si fermano una media di due notti, soprattutto nei mesi da giugno a settembre, quelli preferiti. Del Casentino amano la quiete, la natura, i luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. Ma, a volte, si lamentano della viabilità e della mancanza di proposte per il tempo libero.


È questo il ritratto dei turisti che visitano la vallata secondo l’indagine condotta dalla Confcommercio fra gli albergatori. “I commenti indicano una stagione partita un po’ a rilento, anche nel confronto con il 2015”, commenta il presidente della delegazione casentinese di Confcommercio Adelmo Baracchi, “a Pasqua, per esempio, qualcuno ha fatto anche il tutto esaurito ma con fatica, riempiendo i posti letto all’ultimo momento, magari abbassando le tariffe. Così non è facile programmare il lavoro, si resta sempre appesi ad un filo. Come possono le imprese progettare il futuro se non hanno certezza delle entrate? Dalla politica purtroppo arrivano molte parole e pochi fatti. Il turismo in Casentino è una promessa non mantenuta”.


Difficoltà infrastrutturali e mancanza di politiche di promozione integrata fanno il resto. “Ma prima ancora della promozione bisognerebbe creare il prodotto e per farlo dobbiamo trovare un dialogo tra operatori, Amministrazioni, gestori di siti museali. Ognuno invece va per conto suo, manca una cabina di regia professionale che veramente conosca le leggi del marketing turistico”, aggiunge il presidente Baracchi. “Nel frattempo, gli imprenditori sono costretti a lavorare in un ambiente “ostile” sotto tanti punti di vista, in una congiuntura che non è semplice per nessuno". La primavera 2016, ad esempio, ha portato un crollo nel turismo scolastico, che pure è punto di forza della vallata.


“Fra i problemi delle scuole e l’allarme meningite, quest’anno di classi in gita se ne sono viste molte meno”, dice Stefano Raperoni del ristorante albergo Casentino di Poppi, “in generale, si respira un po’ di fiacca, soprattutto nel turismo individuale. Pasqua è andata molto bene per la ristorazione, nella ricettività ha vinto il last minute: il 70% delle camere lo abbiamo venduto negli ultimi due giorni. I mesi migliori da noi sono giugno, agosto e settembre. I nostri ospiti sono per lo più connazionali, innamorati del nostro stile di vita, dei nostri borghi ancora così a misura d’uomo. Ma notano purtroppo anche la mancanza di coordinamento, anche a livello istituzionale. Ogni museo, ad esempio, fa storia a sé; gli uffici informazione ormai scarseggiano perché mantenerli è un costo. Non sarebbe male se fossimo noi albergatori a diventare punti informativi su quanto la vallata ha da offrire. In fondo lo facciamo già. Potremmo anche offrire una vetrina alle produzioni agroalimentari e all’artigianato”.


“Tutto il lavoro si concentra tra la metà di maggio e settembre, anche ottobre se il meteo è favorevole. Luglio e agosto sono degli italiani, mentre gli stranieri preferiscono la tarda primavera o l’inizio dell’autunno”, spiega Roberta Cipriani, dell’albergo ristorante La Torricella di Poppi, “i più usano l’albergo come base per visitare Firenze, Arezzo ed altre città. La permanenza media da noi è di tre o quattro giorni. Una volta si arrivava ad una settimana, ora invece molti fanno una vacanza itinerante e nella stessa settimana si spostano in almeno due diverse strutture. Una differenza sostanziale col passato è che ora molti fanno più di una telefonata per informarsi, anche un mese prima, poi però prenotano all’ultimo. Tutti restano estasiati del nostro paesaggio, della quiete. L’unico disappunto nasce per chi viene un po’ fuori stagione ed ha difficoltà a trovare eventi o attività a cui partecipare. Forse distribuire meglio il calendario delle attività servirebbe a destagionalizzare gli arrivi”.


C’è chi per riempire la struttura utilizza strategie particolari: “ultimamente stiamo lavorando in via quasi esclusiva con i cofanetti. I margini di ricavo sono irrisori, sarebbe di certo meglio lavorare con clienti individuali a tariffa piena, ma almeno ci facciamo pubblicità, la gente può tornare, girano recensioni positive su di noi“, racconta Monica Fochi, titolare insieme alla socia Florina Danalache dell’albergo Borgo Antico Bibbiena, “le prenotazioni rispetto allo scorso anno sono in lieve aumento, ma i turisti stanno per periodi meno lunghi, due o tre giorni nelle ipotesi migliori. Il nostro è un piccolo albergo, ma lavoriamo anche con piccoli gruppi (ciclisti o motociclisti) e abbiamo poi un po’ di clientela business, soprattutto arabi, iraniani, israeliani, cinesi e tedeschi che vengono in Casentino per i rapporti di lavoro con alcune importanti aziende. Gli stranieri sono i turisti più preparati, sanno già quello che vogliono vedere. Gli italiani invece improvvisano e hanno sempre bisogno di suggerimenti e consigli”. Lavora invece molto con i gruppi organizzati il Park Hotel di Poppi, che ha anche un proprio ristorante. “Per la maggior parte riceviamo prenotazioni dirette dai clienti. L’intermediazione di piattaforme come Booking fa il resto”, racconta dalla reception Sabina, “il soggiorno medio è di due notti. Abbiamo gruppi formati dai tour operator che vengono a visitare il Casentino, ma anche individuali. IL castello di Poppi, La Verna e Camaldoli sono le mete più gettonate, ma poi si innamorano di tutta la zona e alcuni ci tornano di anno in anno”.


 













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