Venerdì 26 novembre 2021 alle ore 10, negli uffici di Officina Agile (in via Isonzo 70 ad Arezzo) il Consorzio Sviluppo Pratacci presenta ai suoi soci il nuovo sito www.consorziopratacci.it, nato per informare i cittadini delle attività svolte e per promuovere le attività commerciali degli iscritti. Ad aprire l’incontro il presidente del Consorzio Alberto Bidini.
Gli imprenditori del Consorzio Sviluppo Pratacci tornano a richiamare l’attenzione di pubblico e amministratori sull’area, nata alle porte di Arezzo negli anni Ottanta come polo strategico del commercio all’ingrosso e della produzione. Lo fanno
venerdì 26 novembre 2021 con un incontro aperto ai soci per presentare il nuovo sito internet
www.consorziopratacci.it.
L’incontro, che si aprirà con i saluti del presidente del Consorzio
Alberto Bidini, si terrà
alle ore 10 nella sede di Officina Agile, l’agenzia creativa che ha sviluppato il sito, in via Isonzo 70 ad Arezzo.
“La crisi pandemica ha imposto uno stop forzato all’attività del nostro Consorzio, anche se in realtà abbiamo usato questo tempo di stasi per ripensare alcuni aspetti delle nostre strategie – spiega il presidente Alberto Bidini – ripartiamo con il nuovo sito, che sarà lo strumento per promuovere le attività commerciali dei nostri iscritti e per comunicare ai cittadini i nostri progetti e le azioni che riusciamo a concretizzare”.
Le imprese di Pratacci sono circa 420, quasi il 50% (200) di commercio all’ingrosso, 100 di servizi, 90 rappresentative del comparto artigianale e 30 dell’industria, per un fatturato complessivo pre-pandemia di quasi due miliardi di euro all’anno e oltre 2.500 occupati, senza contare l’afflusso quotidiano di agenti di commercio, uomini d’affari e clienti da tutta Italia.
“Nonostante la grave crisi che ha investito il mercato dal 2020, siamo riusciti a mantenere i livelli preCovid, grazie al fatto che le imprese chiuse sono state sostituite da nuove aperture. Il problema centrale – fa sapere Bidini – è che ancora siamo frenati da alcuni ritardi nei piani di sviluppo e riqualificazione dell’area. Sono certo che potremmo richiamare investimenti più importanti, se si sbloccasse la situazione dell’ex Lebole e se la Regione ampliasse la possibilità di riconversione degli immobili esistenti oltre quel 10% già autorizzato. C’è bisogno, inoltre, di aprire tutta la zona a nuove urbanizzazioni. Dobbiamo innovare il volto di Pratacci se vogliamo assecondare la crescita delle sue imprese e di una parte importante della città, recuperando oltre trent’anni di stasi”.