Arezzo si è alleata a Lucca per promuovere la qualità dei servizi e dell’accoglienza turistica. Le due città, fiore all’occhiello della proposta turistica toscana più originale ma ancora non conosciute come meriterebbero dal grande pubblico, sono state infatti al centro di un ambizioso progetto formativo ideato con il finanziamento della Regione Toscana dalla Confcommercio insieme ad altri partner (Cescotm Arezzo Srl, Consorzio “Arezzo Formazione Abaco”, Cescot Toscana Nord s.r.l. e SO.GE.SE.TER. Srl), che arriverà a conclusione domani (venerdì 24 gennaio 2020).
“T.T.Tuscany Tour – Territori, Tipicità, Turismo in Toscana”, questo il nome del progetto nato per rafforzare la competitività nella filiera del turismo di Arezzo e Lucca, si è articolato in quindici percorsi formativi finalizzati ad aumentare le competenze degli addetti e a favorire l’occupazione nel settore. Erano infatti rivolti non solo a persone in cerca di lavoro, quindi di una qualifica per presentarsi alle aziende, ma anche ad aspiranti imprenditori e imprese che volevano aggiornare il proprio personale su temi innovativi.
Tra i corsi realizzati, di durata variabile dalle 24 ore per l’aggiornamento alle 900 della qualifica professionale, quelli per formare nuovi cuochi e camerieri di sala, addetti alla internazionalizzazione dei prodotti tipici e alla valorizzazione e promozione delle identità locali, accoglienza turistica poi per incrementare le strategie di social media marketing, le competenze linguistiche e la creazione di impresa.
“Arriviamo al termine del progetto con un bilancio più che soddisfacente” sottolinea Stefano Orlandi, direttore dell’area formazione della Confcommercio aretina, ente capofila del progetto interprovinciale, “cardine del nostro intervento sono stati i percorsi di qualifica nel settore ristorazione ed enogastronomia, che resta uno dei principali attrattori del nostro turismo, insieme ai beni culturali e paesaggistici. In generale, però, abbiamo voluto formare nuovi professionisti in grado di far dialogare le aziende con i turisti del terzo Millennio, sempre più interessati alle “esperienze” che si possono vivere nelle destinazioni, quindi al rapporto con i veri valori di un territorio. Ecco spiegato anche perché abbiamo puntato sulle tipicità locali, rafforzando le interazioni fra filiera turistica e filiera agribusiness”. All’interno del progetto, poi, c’è stato spazio per lo sviluppo di idee imprenditoriali, realizzate da adulti provenienti da precedenti esperienze lavorative. “Contiamo che le loro aziende diventino fonte stabile di occupazione e produzione di ricchezza”, conclude Orlandi.