Tanti i macellai aretini che lo scorso 21 gennaio hanno partecipato all’assemblea regionale di Federcarni Confcommercio Toscana, convocata nel cuore del Chianti a Villa Corsini (Impruneta - Fi).
Una giornata importante per la categoria, realizzata con il contributo di Greci, Inalca, Tenuta Sette Ponti, Criocabin, Gruppo Pluricart, Rational, Vannelli, Rossi ed Aromi Eurocoltellerie, che ha visto la presenza di ospiti illustri come il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella, insieme al direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, il presidente regionale di Federcarni Alberto Rossi. il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti e la dietista Barbara Lapini.
L’appuntamento è servito a fare il punto sull’andamento del mercato e sulle ultime novità della professione, alla luce della rivoluzione digitale che sta interessando anche le macellerie tradizionali: “Sono il fiore all’occhiello del commercio alimentare – ha sottolineato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, moderatore del convegno - negli anni sono riuscite ad evolversi senza abbandonare mai i principi della tradizione: qualità e genuinità dei prodotti, provenienza certa e certificata, con un occhio di riguardo alle produzioni locali. Molti titolari conoscono direttamente i produttori e possono quindi garantire ai loro clienti di portare una carne di eccellenza, direttamente dall’allevamento al banco della macelleria. E questo i consumatori glielo hanno sempre riconosciuto”.
“Il nostro mestiere offre enormi opportunità di crescita e soddisfazione anche alle nuove generazioni, che negli ultimi anni sono tornate a lavorare in bottega con impegno”, ha detto con orgoglio il presidente di Federcarni Confcommercio Toscana, l’aretino Alberto Rossi – tra gli anni ’70 e i ’90 quella del macellaio era una professione snobbata dai giovani, anche perché molto ancorata al passato – racconta - Oggi invece è tornata di gran moda perché nel frattempo si è modernizzata. I banchi delle macellerie sono diventati vetrine d’eccellenza per piatti pronti a cuocere che richiedono creatività e attenzione ai valori nutrizionali, in cui la carne è solo uno degli ingredienti, insieme a formaggi e verdure. Così chi vuole può divertirsi sperimentando nuove specialità per i clienti”.
Nella provincia di Arezzo sono 168 le macellerie attive sul territorio, a fronte delle 1574 presenti nella regione Toscana. Attività che mantengono una forte fidelizzazione con il cliente, sempre più alla ricerca di prodotti di alta qualità: “il motto è diventato “meno ma meglio” – ha spiegato il presidente dei macellai toscani Alberto Rossi - le persone scelgono cosa mangiare in maniera più ragionata: meno salumi e più carne fresca, ad esempio, e poi no agli allevamenti intensivi”.
Secondo l’Osservatorio permanente sul Consumo Carni, in Italia il consumo annuale di carne si attesta intorno ai 79 chilogrammi a persona tra carne bianca, rossa e salumi. Nel 1960 era di 21 chilogrammi a testa in un anno. Da allora la crescita è stata quindi notevole.
Fra i temi che affrontati nel dibattito non poteva mancare la lotta alla carne sintetica, che ha visto la Regione Toscana schierata in prima linea accanto alle associazioni degli allevatori e ai macellai, anche nella promozione e valorizzazione delle razze bovine. “Si tratta di una battaglia per la salute e la sicurezza di tutti i cittadini, oltre che per preservare la nostra cultura e la nostra identità. Concetti che qualcuno avrebbe voluto cancellare in nome di una presunta modernità, oltre tutto con pesanti costi ambientali. Per fortuna l’Italia ha messo un freno legislativo a questo pericolo” ha detto il direttore di Confcommercio Toscana.