La Legge di Bilancio 2024 ha confermato il ritorno di Quota 103 anche per quest’anno. I requisiti anagrafici e contributivi sono gli stessi dello scorso anno (cioè 62 anni e 41 anni di contributi), ma chi li matura tra il 1° gennaio 2024 ed il 31 dicembre 2024 (cioè rientra nella proroga) avrà tre penalizzazioni:
Resta escluso da «Quota 103» il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico (per i quali, come noto, si applicano requisiti pensionistici diversi).
Quota 103 e calcolo contributivo
Chi matura i requisiti nel 2024 avrà il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo anche sulle anzianità acquisite sino al 31 dicembre 1995. Ciò comporta, di solito, una perdita di rendimento previdenziale soprattutto per i lavoratori del pubblico impiego che mantenevano criteri di calcolo particolarmente favorevoli sino al 1992. In determinate condizioni però il passaggio al contributivo potrebbe anche essere più favorevole rispetto al misto.
L’Inps spiega che «Quota 103» contributiva può essere utilizzata anche
Essendo una evoluzione della già nota «Quota 100» sono richiamate per intero le relative caratteristiche e condizioni. In particolare chi opta per «Quota 103» contributiva incorre sino al compimento del 67° anno di età nel divieto di cumulo con i redditi da lavoro dipendente o autonomo (ad eccezione di quelli di lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000€ annui) ed è soggetto ai medesimi obblighi dichiarativi.
Ai fini del raggiungimento dei 41 anni di contributi è valida la contribuzione a qualsiasi titolo accreditata (obbligatoria, volontaria, da riscatto, figurativa), fermo restando, per i dipendenti del settore privato, il possesso di almeno 35 anni di contribuzione ad esclusione dei periodi di disoccupazione e malattia. È possibile, inoltre, cumulare gratuitamente tutti i periodi contributivi presenti nelle gestioni Inps (es. settore pubblico, gestione separata) con la sola eccezione delle casse professionali.
Quota 103 e posticipo al pensionamento
Per coloro che raggiungono i requisiti di accesso per Quota 103 ma decidono di rinunciare a questa possibilità, viene garantito un incentivo a proseguire la propria attività lavorativa come dipendente. Tale alternativa, quindi, è applicata solamente per i lavoratori assunti come dipendenti subordinati e determina un esonero contributivo sulla parte trattenuta in busta paga dal sostituto di imposta, a carico del lavoratore, che può arrivare fino al 10% rispetto al normale stipendio.
L’esonero contributivo viene applicato in diversi momenti in base al settore specifico:
Il Patronato 50&PiùEnasco è a tua disposizione per fornirti la consulenza e l’assistenza necessarie per tutte le prestazioni di natura previdenziale.