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Regime Forfettario agevolato: cos’è e come si accede

Si tratta di un particolare regime fiscale che è possibile adottare con l’apertura di una partita Iva e l’avviamento di un’attività autonoma, rispettando alcune condizioni, tra cui un fatturato annuo che non superi 85.000 euro. Le agevolazioni previste in relazione alle imposte variano dal 5% al 15%.

In questo periodo storico molti, tra quanti intraprendono un’attività, scelgono il Regime Forfettario, particolarmente indicato per i giovani e per determinate categorie di lavoratori.

 

Una recente comunicazione Inps stabilisce che per le partite Iva a Regime Forfettario scatta la riduzione dei contributi Inps in caso di soggetti che appartengono alle categorie di artigiani e commercianti.

La riduzione dei contributi Inps è pari al 35% per l’anno 2024. Chi ha iniziato una nuova attività autonoma con partita Iva agevolata come artigiano o commerciante può procedere alla richiesta, e la domanda può essere presentata una volta per tutto il periodo di lavoro.

 

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 32/E/2023, il superamento della nuova soglia di 85.000 euro comporta il passaggio, a partire dall’anno successivo, al regime ordinario. Se si superano i 100.000 euro, invece, il passaggio avviene nello stesso anno.

Per quanto riguarda il Regime Forfettario, bisogna distinguere diversi tipi di soggetti, in base alla gestione della cassa previdenziale:

  • artigiani e commercianti con gestione IVS;
  • liberi professionisti con cassa apposita, diversa dall’Inps;
  • liberi professionisti con Gestione Separata Inps.

 

Regime Forfettario agevolato: requisiti per la richiesta di riduzione contributiva

L’aliquota agevolata al 35% non può essere applicata in modo automatico. Deve infatti essere richiesta direttamente all’Inps attenendosi a tempistiche diverse in base alle varie casistiche:

  • entro il 28 febbraio di ogni anno per chi ha avviato un’attività nell’anno precedente;
  • non c’è scadenza, ma bisogna procedere il prima possibile, in caso di apertura di partita Iva nell’anno in corso;
  • chi ha già beneficiato in precedenza della riduzione contributiva, continuerà a beneficiarne salvo rinuncia.

 

I redditi da pensione sono considerati come redditi da lavoro dipendente, pertanto per poter adottare il Regime Forfettario è necessario non aver percepito una pensione maggiore a 30.000 euro nell’anno precedente.

L’applicazione della riduzione contributiva determinata dal Regime Forfettario consente l’accreditamento di tutti i contributi mensili relativi a ciascun anno solare, se è stato corrisposto un contributo non inferiore a quello calcolato sul minimale di reddito previsto per le Gestioni Inps degli artigiani e dei commercianti (per il 2024 pari a 18.415 euro).

Nel caso in cui, invece, l’importo versato dall’imprenditore in Regime Forfetario che ha aderito all’agevolazione contributiva risulti complessivamente inferiore all’importo ordinario della contribuzione dovuta sul minimale di reddito, si vedrà accreditato un numero di mesi proporzionale a quanto versato.

 

Il versamento dei contributi va effettuato tramite modello F24 seguendo queste scadenze:

  • 16 maggio 2024;
  • 22 agosto 2024;
  • 16 novembre 2024;
  • 16 febbraio 2025.

 

Le date fanno riferimento al versamento dei contributi per il minimale del reddito. Nel caso di eccedenze, sono previsti termini per il versamento in base al pagamento delle tasse applicate sui redditi delle persone fisiche, in relazione al saldo 2023, primo acconto 2024, e secondo acconto 2024.


Regime Forfettario agevolato: conviene davvero la riduzione contributi Inps?

La decisione di aderire alla riduzione dei contributi Inps deve essere valutata attentamente, considerando non solo il risparmio immediato, ma anche gli effetti a lungo termine sulle prestazioni pensionistiche.


Nel caso in cui il contribuente versi un importo inferiore al minimale a causa della riduzione, il periodo di contribuzione potrebbe essere riproporzionato in base agli importi effettivamente versati. Ciò potrebbe influenzare la maturazione dei requisiti pensionistici, allungando le tempistiche necessarie a raggiungere determinati traguardi pensionistici.


È quindi fondamentale soppesare i pro e i contro, tenendo conto della propria situazione finanziaria, e delle proiezioni per il futuro pensionistico. In alcuni casi, potrebbe essere più vantaggioso mantenere i contributi al livello minimo per garantire una continuità nella copertura previdenziale e assicurare una maggiore stabilità nel percorso pensionistico.

 

Per approfondimenti in merito all’argomento trattato e per qualsiasi informazione di natura previdenziale, è possibile rivolgersi alle sedi del Patronato 50&PiùEnasco.


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