Lunedì 4 aprile alle ore 15 nella sede della Confcommercio aretina gli imprenditori di bar e ristoranti chiamati a conoscere le novità normative del settore nel post pandemia.
Lunedì 4 aprile 2022 alle ore 15 si tiene l’assemblea provinciale dei pubblici esercizi di Arezzo, convocata da Confcommercio e Fipe. I titolari di bar e ristoranti si ritroveranno ad Arezzo, nella sede della Confcommercio in via XXV Aprile, per discutere sui cambiamenti in atto nel settore dopo la fine della pandemia.
In particolare, saranno prese in esame le novità normative legate all’occupazione del suolo pubblico, alle modalità di allestimento degli spazi esterni fino alle ipotesi di pedonalizzazione di aree e centri storici, ideate per agevolare la socialità tanto penalizzata negli ultimi due anni, facilitando l’attività dei locali.
A guidare le riflessioni degli imprenditori interverranno il presidente di Confcommercio Toscana, nonché vicepresidente nazionale di Fipe, Aldo Cursano, il presidente provinciale della Confcommercio aretina Francesco Butali e l’assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo Simone Chierici.
“L’incontro servirà ad analizzare nel dettaglio cambiamenti e novità per la categoria – afferma Catiuscia Fei, vice direttrice della Confcommercio aretina e moderatore dell’incontro – con la fine dell’emergenza il settore si trova in un momento di svolta e dobbiamo far sì che gli operatori siano pronti ad affrontarla. La presenza di rappresentanti di livello nazionale e locale ci consente di approfondire al meglio tutte le novità normative e di provare a rispondere concretamente alle imprese. Invitiamo tutti gli operatori del settore a non mancare”.
Per partecipare all’assemblea è obbligatoria la prenotazione al numero Whatsapp 3316466780.
PUBBLICI ESERCIZI, I NUMERI
In Toscana esistono oltre ottomila bar-caffetteria (8.109, di cui 700 in provincia di Arezzo), per un totale di quasi 20mila addetti. Circa 1.300 gli addetti del settore solo in provincia di Arezzo.
Dopo i due anni durissimi della pandemia, scanditi dalle limitazioni antiCovid che nel settore si sono ovviamente tradotte in blocco totale o diminuzione consistente dell’attività, un’altra doccia fredda è arrivata con il rincaro di energia e materie prime. A smorzare gli entusiasmi del post Covid anche il conflitto in atto in Ucraina.
Per questi motivi, secondo una indagine di Fipe-Confcommercio condotta a livello nazionale, per 6 imprese su 10 il ritorno ai fatturati pre-Covid non arriverà prima del 2023.
L’incertezza si acuisce a causa della minore propensione degli italiani a spendere in bar e ristoranti dovuta principalmente, secondo il 43% degli imprenditori, agli effetti del carovita e al perdurare di un indice di fiducia negativo. Ma gli aumenti dei prezzi ai consumatori restano contenuti: nel febbraio 2022 lo scontrino medio è salito solo del 3,3% rispetto a un valore generale dei prezzi aumentato del 5,7%. E più della metà di bar e ristoranti (il 56,3%) non prevede di rivedere a breve il rialzo dei propri listini prezzi.
Il lavoro resta l’emergenza più grave generata dal Covid: solo nel 2020 in Toscana la pandemia ha mandato in fumo nei pubblici esercizi oltre 20mila contratti rispetto al 2019 (193mila occupati in meno a livello nazionale). A rimetterci soprattutto gli stagionali, perché il blocco delle attività ne ha impedito l’assunzione. Ora mancano proprio queste figure, che per quanto lavorassero solo pochi mesi all’anno erano preparate alle mansioni da svolgere. Il Covid li ha spinti a cambiare prospettiva di vita, a cercare attività più “sicure”. E adesso che l’attività sta ripartendo, soprattutto con l’arrivo della bella stagione, si fa fatica a trovare personale adeguato. Per 4 imprenditori su dieci mancano candidati e competenze adeguate per mestieri come il cameriere di sala, lo chef, l’aiuto cuoco, il pizzaiolo. Per contratti seri, anche a tempo indeterminato, e una prospettiva di carriera certo impegnativa, perché si lavora quando gli altri sono in vacanza o festeggiano, ma piena di soddisfazioni.