“La Regione Toscana non è il nemico da combattere per noi guide turistiche. Se continua ad autorizzare corsi di formazione è nell’ottica di non bloccare l’accesso alla professione, un obiettivo legittimo che anche noi condividiamo. Non condividiamo però il modo in cui questi corsi vengono organizzati, frutto di una evidente impasse normativa in cui la Regione si trova incastrata tanto quanto lo siamo noi guide. E, magari, sarebbe auspicabile che effettuasse controlli più efficaci, per evitare il ripetersi di truffe e imbrogli nel rilascio delle abilitazioni”. Ne è convinta la fiorentina Paola Migliosi, presidente nazionale di Confguide, l’associazione di guide turistiche che fa capo alla Confcommercio e che il 30 gennaio scorso ha deciso di non scendere in strada insieme alle altre sigle sindacali del settore per protestare davanti alla sede del Consiglio Regionale della Toscana.
“Per quanto possa essere irragionevole, allo stato attuale, abilitare a una professione in mancanza di una norma che dica come debba essere fatto, non possiamo fare finta di niente sulla questione del libero accesso alla professione, che la Regione Toscana sta cercando di salvaguardare”, prosegue Paola Migliosi, “dobbiamo quindi lavorare insieme affinché si arrivi il prima possibile ad un riordino complessivo della disciplina a livello nazionale, al quale poi tutte le Regioni dovranno uniformarsi”.
“Le dimostrazioni plateali di dissenso raramente portano a risultati concreti e positivi per la nostra categoria, mentre sempre alzano barriere fra noi e le istituzioni, ostacolando il dialogo franco e collaborativo con i funzionari e i rappresentanti istituzionali che potrebbero invece aiutarci a venire a capo di alcuni problemi e incongruenze legislative”, precisa la presidente di Confguide.
“Ecco perché noi di Confguide finora abbiamo preferito optare per il dialogo stretto e continuo con il Ministero e le Regioni, per risolvere annose questioni ancora aperte, come quella legata al profilo professionale della guida turistica ed oggetto della manifestazione di oggi”.
“Noi lottiamo per il riconoscimento dell’alto valore culturale dell’attività di guida turistica, un riconoscimento che deve partire da una migliore definizione della professione: la guida non “accompagna nelle visite”, ma illustra, spiega, mostra, divulga, valorizza l’intero patrimonio storico-artistico-archeologico-monumentale-paesaggistico-enogastronomico e di tradizioni d’Italia. Chiediamo quindi da tempo un riordino complessivo e sistematico dell’intera disciplina che norma le figure professionali legate al turismo e alla cultura, consapevoli del fatto che solo attraverso questo passaggio si possa giungere alla definizione di un quadro normativo certo al quale le Regioni debbano riferirsi nel disciplinare l’accesso alla professione”.